Maturità/4. Un "war game" costoso e poco considerato

In questi giorni circa mezzo milione di ragazzi, oltre 100 mila docenti, controllati e diretti da 12.500 presidenti in 25 mila commissioni d’esame, partecipano dunque a questo war game imponente che costa 183 milioni di euro (360 miliardi circa delle vecchie lire).

Proprio come nei migliori giochi di simulazione, le forze di difesa della segretezza delle prove saranno schierate contro le fughe tecnologiche di notizie, le talpe telematiche e i video cellulari di ultima generazione. Qualche piccolo scontro vedrà i “nemici” momentaneamente vincenti, ma alla fine l’imponente macchina ministeriale uscirà vittoriosa, ancora una volta.

Nulla o poco da dire, dunque, sull’efficienza, ma tanto su cui riflettere circa l’efficacia dell’esame.

Una prova d’esame che, nonostante la recente maggior severità, di fatto non seleziona (6% di non maturi), che costa non poco, e che, con il voto finale, attribuisce riconoscimenti di competenza screditati e ignorati dall’università che preferisce accertare in proprio la preparazione degli studenti (i crediti scolastici previsti da una norma di Fioroni sono stati congelati). E i tantissimi che si perdono già al primo anno di università fanno pensare che i “maturi” non lo sono poi abbastanza per gli studi universitari.

Serve ancora?