Maturità 2015/3. Commissioni interne? Sì, no, però

Nei mesi scorsi il ministro dell’istruzione Giannini aveva anticipato la proposta di modificare la composizione delle commissioni di maturità, lasciando quasi intendere che era allo studio un’innovazione valutativa. In effetti l’obiettivo vero, come è stato confermato dal testo della proposta di legge di stabilità 2015, è il risparmio di spesa (147 milioni di euro) per contribuire al sostegno del piano di assunzioni.

Quali sono i dati sulla selezione attualmente operata all’ultimo anno delle scuole secondarie superiori? Se si ha la pazienza di controllare i dati della maturità degli ultimi cinque anni (ci sono i ‘focus’ pubblicati dal Miur) ponendo attenzione non soltanto alla percentuale dei diplomati, in crescita costante (99,1% di diplomati alla maturità 2013), ma anche alla percentuale degli ammessi che oscilla mediamente intorno al 95%, si deduce che un filtro consistente lo fanno già attualmente proprio i docenti di classe.

Nel 2008-09 i non ammessi all’esame da parte dei consigli di classe sono stati il 5,1%; l’anno dopo il 5,9%; nel 2010-11 e nel 2011-12 sono stati il 5,6%; nel 2012-13 il 4,5%.

Non è stato ancora pubblicato il Focus dell’ultima maturità, ma si può stimare che la percentuale media nazionale di studenti non ammessi oscilli intorno al 5%.

Su quella scrematura dei consigli di classe le commissioni miste (metà interni e metà esterni) hanno operato un ulteriore filtro (più leggero) che ha oscillato tra il 2,5% del 2008-2009 e lo 0,9% del 2012-2013.

Questi i dati. E’ un filtro sufficiente? L’attuale sistema garantisce una certificazione obiettiva dei risultati? La discussione è aperta.