Maturità 2010. La selezione l’hanno fatta i consigli di classe

Preceduti da alcune anticipazioni e da un’intervista dei giorni scorsi del ministro Gelmini sul Corriere della sera, finalmente sono noti i dati ufficiali degli esami di Stato e degli scrutini finali delle scuole superiori per l’anno scolastico 2009-10, pubblicati sul sito del Miur (www.istruzione.it) a cura del Servizio statistico.

Viene confermato il sensibile aumento degli studenti non ammessi, 6,6% contro il 5,1% dello scorso anno, compensato da un calo dei non diplomati passati dal 2,5% del 2008-09 all’1,1% di quest’anno. In sostanza, tra ammessi e non diplomati, gli esclusi dal diploma sono stati quest’anno il 7,63% contro il 7,47% del totale iscritti, una differenza irrilevante se non fosse per il sensibile spostamento dei valori in campo.    

L’anno scorso per essere ammessi all’esame occorreva conseguire almeno la media del sei tra tutte le discipline (e la sufficienza nel comportamento), mentre quest’anno, oltre al voto di comportamento, occorreva conseguire la sufficienza in ogni disciplina.

In questo modo, sempre più, la selezione avviene prima dell’esame per effetto delle decisioni dei consigli di classe, rendendo il compito della commissione d’esame quasi formale e comunque contenuto quasi soltanto alla funzione della misura (voto finale) della maturità riconosciuta.

Se si considera anche il peso dei crediti scolastici sul voto finale (fino al 25% del totale), deciso dalla scuola, si rende evidente il ruolo esercitato dal consiglio di classe e il contestuale minor peso dei soggetti esterni chiamati a decidere sui livelli di maturità dei ragazzi.

E’ legittimo chiedersi se i costi e la complessità di questa macchina dell’esame di Stato, alla luce anche di queste coonsiderazioni, abbiano ancora senso. Il varo della prova scritta nazionale, di cui parla il ministro, potrebbe essere l’occasione per rivedere completamente l’esame di Stato e la sua funzione.