Maturità 2008, quando il voto contraddice il curriculum

Ministro Gelmini, abbassi il mio voto di maturità“: questo l’appello, e il titolo di una lettera inviata a Repubblica da un neo maturato, che con notevole onestà morale e intellettuale contesta l’attuale meccanismo di attribuzione del voto finale, ritenendolo sostanzialmente ingiusto nella misura in cui non tiene sufficientemente conto della carriera scolastica del candidato.

E porta se stesso come esempio, rivelando il voto ricevuto (70/100) a dispetto della intervenuta secretazione. “Ma questo voto non mi appartiene“, dice lo studente, perché “in 5 anni ho avuto 10 debiti (…) ma sono uscito con un premio maggiore di molti miei compagni, gente che non ha mai avuto un debito (…) e che risulta inferiore a me“. “Questa non è meritocrazia“, conclude.

Certo, con l’obbligo di recuperare i debiti anno per anno, voluto da Fioroni e confermato da Gelmini, il quadro si modifica un po’, ma la questione della coerenza tra carriera scolastica e voto finale posta dallo studente resta, e in questo senso la proposta da lui stesso avanzata merita attenzione: elevare a 40 i crediti scolastici, ridurre a 60 i punti delle prove d’esame (15 per prova, compreso l’orale). Il maggior peso attribuito ai crediti scolastici, cioè al giudizio della scuola, sarebbe bilanciato da una commissione d’esame tutta esterna, salvo il Presidente interno.

Una proposta meritevole di attenzione, che potrebbe essere integrata con una riorganizzazione della terza prova su base nazionale, che la renda più simile alla quarta prova sperimentata quest’anno per l’esame di licenza media e ai test impiegati in altri Paesi e nelle indagini internazionali.