
Matteo Castellucci: ‘A scuola non mi sento ascoltato. La mia scuola ideale? Bella, pulita e moderna’. L’intervista

Photo Credits by Planet film
di Sara Morandi
Matteo Castellucci nasce a Roma il 5 marzo del 2010. Fin da piccolo, è immerso nell’ambiente cinematografico grazie al lavoro del padre, esperto operatore di riprese e steadicam. Frequenta la scuola elementare “Di Donato”, dove inizia a coltivare la sua passione per il teatro. Qui, segue un corso sotto la guida di Massimo Cusato e Monica Crotti del Teatro dei “Dis-occupati” per due anni. I suoi insegnanti intravedono il suo talento e lo propongono per un’audizione per il film “10 giorni senza mamma” con protagonisti Fabio Deluigi e Valentina Lodovini: il primo capitolo di una serie cinematografica. Matteo ottiene il ruolo di Tito, avviando così la sua esperienza nel mondo del cinema. La sua agenzia, Planet Film, lo contatta successivamente per partecipare a due spot pubblicitari: uno diretto da Muccino per “Pavesini” e un altro da Mainetti per “Mulino Bianco”. Nonostante le numerose opportunità di casting, Matteo sceglie di dare priorità alla sua istruzione. A soli 10 anni, prende parte al secondo film della serie, “Dieci giorni con Babbo Natale”, e a 14 anni, nel 2024, gira l’ultimo film intitolato “10 giorni con i suoi”.
Attualmente, Matteo non esclude la possibilità di proseguire la carriera di attore, ma manifesta anche l’interesse di seguire le orme del padre, lavorando dietro le quinte. In questa intervista, il giovane attore ci racconta della sua sfida a conciliare la scuola con il lavoro sul set, sottolineando la difficoltà di gestire assenze prolungate, rinunciando a progetti per non rimanere indietro negli studi, ma ha avuto un tutor durante le riprese per aiutarlo con le lezioni. I suoi compagni di classe si sono sempre mostrati felici del suo successo nel cinema, senza cambiare atteggiamento nei suoi confronti.
Matteo, benvenuto su “Tuttoscuola”. Come riesci a bilanciare il tuo impegno scolastico con il lavoro di attore? Hai dei consigli per altri giovani che cercano di gestire entrambe le cose?
“Grazie a voi. Non è facile conciliare la scuola con il lavoro di attore perché spesso è necessario assentarsi per molti giorni e non tutte le scuole sono disposte a supportare questa situazione. Per questo motivo, infatti, ho dovuto rinunciare ad alcuni progetti. Sarebbe stato troppo difficile recuperare il tempo perso e restare al passo con gli studi. Durante le riprese, avevo comunque un tutor che mi impartiva lezioni durante le pause o nei giorni liberi. Nonostante ciò, non è semplice. In alcune giornate ero molto stanco e sicuramente non è la stessa cosa che seguire le lezioni in classe. Inoltre, non vedere i miei amici per tanto tempo è stato difficile, poiché spesso le riprese avvenivano fuori Roma”.
Qual è stata la reazione dei tuoi compagni e degli insegnanti nel sapere che lavori nel mondo del cinema? Hai notato un cambiamento nel modo in cui ti trattano a scuola?
“I miei compagni non sono cambiati, ma sicuramente sono molto felici di avere un compagno di classe che è un attore”.
Pensi che l’esperienza di lavorare in un film ti abbia insegnato qualcosa che non avresti potuto imparare a scuola? Se sì, cosa?
“Sul set ho trovato molto rispetto e molte attenzioni. Tutti sono attenti a farti sentire bene, e ho imparato anche a essere disciplinato e sempre pronto. È facile quando fai qualcosa che ti piace e ti diverte. La scuola non è così divertente perché passi molte ore seduto in classe e non ci sono materie che seguono le tue passioni. Queste materie ti permetterebbero di distrarti un po’ dalle solite lezioni, che spesso sono noiose”.
Ti senti ascoltato a scuola? C’è qualcosa che ti piacerebbe cambiare? Come dovrebbe essere secondo te la scuola ideale?
“A scuola non mi sento molto ascoltato e mi piacerebbe cambiare alcune cose. Ad esempio, mi piacerebbe poter fare attività che mi interessano, oltre alle solite materie. Vorrei avere più stimoli, perché spesso mi annoio e questo mi fa perdere un po’ la voglia di studiare. La mia scuola ideale dovrebbe essere bella, pulita e moderna perché molte scuole attualmente stanno cadendo a pezzi. Inoltre, dovrebbe essere più dinamica. Faccio fatica a rimanere seduto e concentrato per sei ore di fila. Mi piacerebbe un ambiente che incoraggi il movimento e l’interazione, rendendo l’apprendimento più coinvolgente e interessante”.
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