Mascherine a scuola: cresce il pressing per toglierle, il Codacons annuncia ricorso al Tar

Via le mascherine pressoché ovunque. Tranne che a scuola, dove l’obbligo di indossarle permarrà fino alla fine dell’anno scolastico. Una misura questa giudicata da molti una vera e propria disparità di trattamento rispetto a quello che accade fuori dalle aule scolastiche. E cresce dunque il pressing per eliminare l’obbligo di indossare questi dispositivi di sicurezza a scuola. Sono di ieri le dichiarazioni in questo senso del sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso, mentre è di oggi la notizia del ricorso al Tar annunciato dal Codacons che chiede la sospensione degli atti del Governo che impongono agli studenti di utilizzare la mascherina a scuola fino al termine dell’anno scolastico.

L’associazione di consumatori parla infatti di “manifesta sproporzione” del provvedimento e di “illegittima disparità di trattamento” tra luoghi pubblici. “Nei luoghi di lavoro, pubblici e privati (tranne che in ospedali e Rsa) – scrive il Codacons – non è stato prorogato l’obbligo di utilizzo delle mascherine, che resta invece in vigore nelle scuole italiane fino alla fine dell’anno scolastico ‘fatta eccezione per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso dei predetti dispositivi e per lo svolgimento delle attività sportive’”.

Il Codacons dichiara ancora che questa “è una situazione del tutto paradossale. Gli studenti sono obbligati di giorno ad indossare la mascherina, pur sedendo distanziati ai banchi, ma possono toglierla la sera per andare al pub o in discoteca e trascorrere il tempo assembrati. Si tratta di una illegittima disparità di trattamento”.

“Siamo di fronte ad un eccesso di potere – conclude l’associazione dei consumatori -, connotato dalla contraddittorietà di un atto amministrativo che oggi, con l’arrivo del caldo nelle aule scolastiche, appare addirittura punitivo verso gli studenti (come pure i docenti e tutto il personale scolastico n.d.r.), costringendoli alla ‘tortura’ della mascherina a scuola”.

E se scienziati e virologi sembrano essere più cauti e orientati nella direzione di mantenere le mascherine a scuola, va in senso contrario la posizione l’infettivologo genovese Matteo Bassetti: “Rimaniamo l’unico Paese o uno dei pochi con l’obbligo della mascherina a scuola. Il ministro della Salute afferma che è la scienza che decide ma mi spiace contraddirlo”, afferma. “Gli altri Paesi non la usano più a scuola, a teatro, al cinema, sugli aerei. E da noi invece si continua imperterriti. Non ci sono dati certi sul ruolo che le mascherine hanno avuto nel ridurre la trasmissione del contagio nelle scuole. Vaccinazioni, finestre aperte, lavaggio delle mani, distanziamenti e molti altri fattori potrebbero aver svolto un ruolo anche più importante. Quindi non c’è alcuna evidenza scientifica”.

 

Walter Ricciardi, consigliere scientifico del ministro della Salute, Roberto Speranza, al contrario sostiene che “con varianti di Sars -Cov-2 così contagiose come quelle che stanno emergendo, è opportuno e necessario essere ancora cauti. Le coperture vaccinali nelle scuole sono bassissime, non arrivano al 40%, e servirebbe sicuramente aumentarle, bisogna quindi continuare a portare la mascherina fino alla fine dell’anno scolastico”, perché “in spazi chiusi, con un virus più contagioso e in spazi limitati, il rischio di infettarsi è alto”.

“Non bastano le finestre aperte perché per combattere questo virus serve applicare più misure contemporaneamente. La prima, quella più importante, è la vaccinazione dei bambini per la quale vanno aumentate le coperture. La seconda è quella dell’uso delle mascherine, seguita da aerazione, distanza sociale, igiene“, conclude Ricciardi.

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