Marcella Bella: ‘La scuola dovrebbe essere un luogo dove confrontarsi e dialogare’. L’intervista

Di Sara Morandi

Marcella Bella, in questa nostra intervista, ha condiviso i momenti più significativi della sua carriera musicale e il loro impatto sulla sua crescita come artista. Non è stato un singolo evento a influenzare il suo percorso, ma piuttosto una serie di esperienze di vita e la gavetta condivisa con il fratello Gianni. Reinventarsi è una componente naturale della propria vita, e dopo la malattia del fratello Gianni, la cantante ha trovato la forza di continuare grazie al supporto di amici autori. Il suo ritorno a Sanremo con un nuovo disco di otto canzoni scritte da lei stessa è stato un viaggio di scoperta personale. Marcella immagina una scuola ideale come un luogo di confronto e dialogo, dove i rapporti umani sono centrali; crede che lo sviluppo della capacità critica sia essenziale per la crescita personale e professionale dei giovani.

Marcella, qual è stato il momento più significativo della Sua carriera musicale e come ha influenzato la Sua crescita come artista?

“Non credo che sia stato un solo momento, per quanto significativo, influenzare la mia crescita come artista. Credo che sia stata una serie di esperienze di vita, la tanta gavetta che ho fatto con mio fratello Gianni, ma anche la libertà di espressione e il profondo rispetto che ho sempre avuto dalla mia famiglia che mi ha permesso a soli quattordici anni di inseguire il mio sogno.  Ho lavorato sodo, con determinazione sostenuta dall’educazione ricevuta e dal sostegno dei miei fratelli”.

Come riesce a mantenere viva la passione per la musica dopo tanti anni di successi e come riesce a reinventarsi continuamente?

“La musica fa parte di me, da sempre; è cresciuta con me, mi ha accompagnata tutta la vita. Ero una giovanissima sconosciuta quando esordii con Montagne Verdi a Sanremo, ma il giorno dopo tutti sapevano il mio nome. Siamo inseparabili. Il reinventarsi fa parte della vita, in realtà ogni cosa cambia, sta a noi continuare a sognare. Dopo la malattia di Gianni, che ha scritto canzoni immortali e meravigliose, per un po’ ho creduto di non poter tornare a cantare, poi grazie ad alcuni autori amici, che mi hanno fatto riflettere ed incoraggiata, ho cercato di andare avanti. Sono tornata a Sanremo quest’anno, perché ho fatto un nuovo disco con otto canzoni scritte da me, un momento di difficoltà, mi ha fatto scoprire qualcosa di me che ancora non conoscevo”.

Come immagina la scuola ideale per i giovani? Quali elementi ritiene indispensabili per la loro crescita personale e professionale?

“Credo che in un tempo così difficile la scuola dovrebbe poter essere un luogo dove confrontarsi, dialogare. Va bene il progresso, ma i rapporti umani sono fondamentali. La scuola dovrebbe poter essere occasione per sviluppare una capacità critica che è irrinunciabile per una crescita personale ed anche professionale”.

Quali cambiamenti sistemici pensa siano necessari nel sistema educativo attuale per preparare meglio i giovani alle sfide del futuro?

“Non sono abbastanza preparata per poter dire quali siano i cambiamenti sistemici necessari al sistema educativo. Ma come madre, credo che la scuola dovrebbe poter mantenere un ruolo importante nell’educazione civica, intesa in senso ampio, perché purtroppo assistiamo ad uno sgretolamento nei comportamenti relazionali. Come adulti abbiamo una grande responsabilità, come genitori prima di tutto e come educatori. La scuola è importante e fondamentale, quindi mi auguro che chi di dovere, sappia operare nel modo migliore per preservarne la sua valenza”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA