Maestri e professori: una stessa formazione iniziale

La terza parte del rapporto di sintesi contiene una previsione a dir poco storica per la tradizione pedagogica del nostro paese.
Prevede infatti che la formazione iniziale degli insegnanti abbia una identica durata per tutti (dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria), anche se articolata in modo differenziato.
Si tratta di un passo decisivo che sancisce la pari dignità effettiva della funzione docente.
Da sempre la formazione iniziale degli insegnanti italiani ha diviso la categoria in laureati e non laureati, dove quel “non” stava a significare quasi una “minorità” della funzione dei docenti di scuola elementare.
Ricordiamo che la formazione universitaria degli insegnanti, compresi quelli di scuola elementare e dell’infanzia si è realizzata solamente nel 1990, ma ha trovato effettiva applicazione quasi otto anni dopo. E anche quella norma ha mantenuto una differenza, prevedendo durate diverse dei piani di studio a seconda dell’ordine di scuola di destinazione. Lo stesso Regolamento per i titoli universitari, predisposto dall’ex ministro De Mauro e ritirato dal ministro Moratti, non era riuscito a compiere il salto decisivo verso la parità.
Il rapporto di sintesi, come già abbozzato dal rapporto Bertagna, finalmente afferma categoricamente questa pari dignità della professione docente, realizzata attraverso una formazione iniziale universitaria di uguale durata per tutti. E chissà che, stabilito questo principio, non si apra successivamente la prospettiva di passare al ruolo unico e quindi anche all’equiparazione retributiva tra maestri e professori (oggi i primi rispetto ai secondi lavorano più ore ma guadagnano di meno).