Ma senza nomine in ruolo il "tasso di precarietà" va alle stelle

La questione dei punteggi, ammesso che risolva una volta per tutte il contenzioso tra precari-sissini e precari-storici, non risolve però il problema di fondo che è quello delle nomine in ruolo.
Per il secondo anno consecutivo non vi sono state immissioni in ruolo sia per docenti sia per personale Ata, contribuendo ad aumentare il “tasso di precarietà” nella scuola, cioè il rapporto tra docenti annui e docenti in generale. Precarietà vuol dire provvisorietà, non garanzia della continuità didattica, e in fondo anche bassa qualità del servizio.
Sei anni fa i docenti annui erano stati 64.100 su un totale di 795.689 docenti in servizio: il “tasso di precarietà” era stato quindi dell’8,06%. Nei due anni successivi quel tasso aumentò di poco, ma nel 2000-01 fece un balzo in avanti, passando al 14,25% (117.084 docenti annui e 821.804 insegnanti in servizio).
Nel 2001-02 il tasso di precarietà è stato dell’11,6% e l’anno scorso del 12,5% (a causa anche delle mancate nomine in ruolo).
Se i dati dichiarati dal ministro Moratti saranno confermati (91 mila docenti annui su 810 mila che saranno in servizio quest’anno) il tasso sarà comunque dell’11,2%; se invece, come stime meno prudenziali fanno ritenere, i docenti in servizio saranno 820 mila e i supplenti 111 mila, il tasso di precarietà sarà del 13,5%.
Il settore più precario? Quello della secondaria superiore, dove nel 2000-01 il tasso di precarietà è stato del 19,2% (un precario ogni 5 prof in cattedra) e l’anno scorso del 15,2% (un precario ogni 6-7 prof. in cattedra).
Per i docenti i posti vacanti (dopo i tagli di organico e i pensionamenti) sono intorno a 26 mila, anche se di fatto vi sono altre migliaia di posti, non di organico, che ogni anno si rendono temporaneamente disponibili per supplenze (il ministro ha parlato di 91 nomine annue – che potrebbero essere anche ventimila di più – ma che non corrispondono a posti vacanti di diritto).
Si torna a ventilare l’ipotesi di nomine giuridiche in ruolo in corso d’anno con decorrenza effettiva dal prossimo 2004-2005. Tremonti cosa ne pensa? Stopperà la speranza già in Finanziaria?