
Ma anche per la Gelmini il 68 non è placido…
Anche Mariastella Gelmini, intervenuta a sua volta a Gubbio alla scuola di formazione politica del Pdl, ha criticato il regista de “Il grande sogno”. “Forse non ha vissuto quella esperienza”, ha detto, “non la conosce. Lui dice solo di aver visto una grande partecipazione, ma anche il lavoro è importante”.
Più in generale, il ministro ha detto di essere “rimasta sorpresa a sentire dagli attori della Mostra del cinema di Venezia gli elogi del ’68. Ma quella cultura dell’ugualitarismo e dei sei politico ha danneggiato una generazione”.
Tra i danni provocati dall’onda lunga del ‘68, nell’analisi del ministro, sta anche quello di aver creato le condizioni per la formazione del precariato, attraverso il rifiuto di stabilire un collegamento tra formazione e reclutamento (le SSIS sono state una fabbrica di disoccupati) e la pretesa sindacale di stabilizzare i precari a prescindere dalla qualità delle loro competenze professionali e dalla effettiva disponibilità di posti.
“La protesta dei precari”, ha comunque ammesso la Gelmini, “è comprensibile e legittima, ma io non sarò corresponsabile di aver aumentato il loro numero. Oggi mi sento più forte perché la gente ha capito la nostra battaglia”. Che è anche una battaglia per chiudere definitivamente i conti con il ’68, almeno con quello scolastico.
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