
M5S: Digitale per tutti
Dal Movimento 5 Stelle ci hanno scritto i 'deputati-cittadini' Maria Marzana, Luigi Gallo e Giuseppe Brescia

Ringraziando Tuttoscuola per l’opportunità di esprimere il nostro punto di vista su queste importanti tematiche cercheremo di rispondere punto su punto a tutti i suggerimenti segnalati. Prima però è necessaria una breve premessa.
Le problematiche della scuola sono al centro dei pensieri del MoVimento 5 Stelle.
Sin dal primo momento ci siamo impegnati affinché l’attuale governo mantenesse le promesse fatte in ogni sede, istituzionale e non, riguardo eventuali ulteriori tagli al comparto Istruzione. Il nostro primo atto ufficiale come componenti della Commissione VII è stato presentare una mozione che impegnasse il governo a tornare a ripristinare i fondi sottratti alla scuola, all’università, alla ricerca e alla cultura nella precedente legislatura, ma questo provvedimento da noi proposto è stato bocciato nonostante ricalcasse a grandi linee le parole che la stessa Ministra Carrozza aveva usato nella sua prima relazione.
Ora le scuole stanno per riaprire e quindi il tema torna ad essere caldo, per esempio si ricomincia a parlare di classi pollaio, un problema derivante proprio dalle terribili politiche di tagli attuate nelle scorse legislature e dai mancati investimenti di questo governo “del rinvio”.
Noi siamo perfettamente coscienti della situazione e per questo prima dell’estate al Senato abbiamo proposto una risoluzione che ponesse fine a questo scempio, risoluzione poi fortunatamente approvata. Ora ci aspettiamo che il governo mantenga l’impegno preso ma desidereremmo anche che non siano altri soggetti coinvolti nelle dinamiche della scuola a pagarne le conseguenze.
Per esempio già si parla di un taglio di ulteriori cattedre in molte provincie. A nostro avviso, questa è la dimostrazione che le sorti di questo paese non si possono risollevare con interventi timidi o temporeggiamenti, non c’è più tempo, senza Cultura e Istruzione il paese è destinato a sprofondare sempre di più, abbiamo bisogno di scelte coraggiose che mettano la formazione al centro dell’agenda politica.
Ma veniamo alle sei idee di Tuttoscuola per far risorgere la scuola.
1. OTTIMIZZARE LE RISORSE. La prima parla di ottimizzazzione immaginando la scuola come fosse una grande azienda da gestire (ben consci dell’enorme differenza di fondo che è insita nei due mondi, quello della formazione e quello dell’economia). A noi piace pensare che i processi di formazione siano investimenti non sulle carriere ma sulle vite delle persone. Quindi ben venga l’orario continuato, i progetti pre-estivi, i laboratori artistici e sportivi, siamo assolutamente d’accordo con voi che questi provvedimenti debbano essere presi perché la scuola italiana ha bisogno di libertà e creatività per risollevarsi. Avete ragione a dire che si è fermi a politiche di 60 anni fa, del tutto obsolete ed inadeguate, non al passo con le moderne teorie didattiche. Ma noi siamo convinti che ci sia bisogno di svincolare la scuola da ogni modello aziendale perché quei soldi che sembra si buttino via investendo in istruzione, in realtà sono i soldi spesi meglio, fondi che contribuiranno alla formazione di cittadini responsabili e competenti.
Purtroppo però non l’hanno pensata allo stesso modo i governi delle ultime legislature. Basti pensare a come sono ridotte le strutture scolastiche in giro per l’Italia per capire quale considerazione hanno avuto gli ultimi esecutivi che hanno operato tagli sconsiderati e fatto sprofondare il nostro sistema scolastico in tutte le classifiche (ad esempio siamo 72simi per la qualità dell’istruzione per il World Economic Forum).
A tal proposito ci chiediamo dove siano finiti i buoni propositi presenti nelle linee guida dell’ex ministro Profumo sugli ambienti didattici che così esordiva “Se la scuola cambia e si rinnova, allora devono cambiare anche gli edifici e gli spazi educativi, secondo nuovi criteri per la costruzione degli edifici scolastici e uno sguardo al futuro, ai nuovi spazi di apprendimento coerenti con le innovazioni determinate dalle tecnologie digitali e dalle evoluzioni della didattica.”
Ma il MoVimento 5 Stelle vuole aggiungere un contributo ancora più ampio sul tema degli spazi della formazione. La scuola deve poter realizzare il suo piano didattico avvalendosi pure degli spazi pubblici che il territorio offre(parchi, biblioteche, centri pubblici, musei, piazze,etc.) non solo in via “eccezionale” , ma in modo organico e programmato.
L’ambiente scolastico relegato soltanto alle “quattro mura” è ormai superato. Il contenitore/ambiente è strettamente connesso al contenuto/didattica, mentre gli spazi e l’ambiente definiscono i rapporti e le relazioni tra gli individui e i loro sviluppi comportamentali che sono alla base dei processi di apprendimento.
ABBATTERE LA DISPERSIONE. Inutile dire che questa è una delle piaghe più urgenti da combattere. Purtroppo i dati a nostra disposizione sono drammatici, soprattutto nel meridione. Entro il 2020 l’Europa ci chiede di raggiungere obiettivi dai quali siamo lontani anni luce, anche in questo siamo fanalino di coda tra i paesi dell’Unione. Noi riteniamo questa situazione la conseguenza di un forte disinteresse che gli alunni hanno maturato nei confronti dell’istruzione nel corso degli anni e che si è acuito sempre più negli ultimi decenni in cui la distanza tra la realtà e il mondo scolastico si è fatta insopportabile. Inoltre, questo disinteresse ormai radicato è figlio dall’inadeguatezza di tutto il processo didattico. La scuola deve essere accattivante, deve sorprendere ed appassionare, i percorsi devono saper rispondere alle esigenze di ognuno e al tempo stesso favorire il lavoro di gruppo e dunque la socializzazione. Tutto questo le mere lezioni frontali, ancora troppo in voga ai giorni nostri, non lo possono garantire.
Come da voi suggerito, i laboratori pomeridiani potrebbero venire in aiuto come risoluzione di questo problema. Pensiamo a quanto alcune forme artistiche si prestino allo scopo, ad esempio il Cinema, uno strumento perfetto, che necessità di una moltitudine di competenze e che quindi potrebbe coinvolgere contemporaneamente su uno stesso progetto diversi insegnanti che lavorando in equipe (una volta tanto) potrebbero unire le forze in un processo entusiasmante per i ragazzi e stimolante per gli stessi insegnanti.
Invece la noia regna sovrana nelle classi italiane e finché sarà così non ci sarà verso di risolvere la piaga della dispersione.
La scuola deve diventare aperta al territorio ed accogliere ed integrare le forze e le organizzazioni sociali attive che possono contribuire alla crescita formativa degli studenti, nonché stabilire un rapporto più integrato con i centri territoriali che si occupano delle problematiche sociali e familiari. Una riflessione può aprirsi sul nostro ciclo di studi (scuola primaria+scuola secondaria di I grado+scuola secondaria di II grado), sul continuo cambio di riferimenti nel passaggio da un ciclo ad un altro (ma anche nel corso dello stesso ciclo, tema che si connette alla precarietà del ruolo dei docenti) senza avere figure di continuità, sui continui azzeramenti e nuove partenze dei percorsi formativi per i singoli studenti, sulla mancanza di altre figure educative e professionali di supporto al lavoro del docente; tutti gli elementi elencati potrebbero disincentivare alla frequenza degli studenti.
VALORIZZARE GLI INSEGNANTI. Su questo punto non abbiamo molto da aggiungere a quanto da voi suggerito. Gli insegnanti hanno il compito di formare le generazioni future e a loro dovrebbe essere riservata una considerazione ed un’attenzione di primissimo rilievo, così come accade in alcuni paesi del nord Europa ad esempio. Oltre al riconoscimento sociale (che passa anche attraverso stipendi più alti) ai docenti dovrebbero essere assicurate le condizioni necessarie per poter svolgere il proprio lavoro nel migliore dei modi, fornendo loro spazi e strumenti adeguati e prevedendo per la loro categoria i dovuti aggiornamenti. Le istituzioni, anche in questo, non hanno avuto uno sguardo lungimirante e a volte, bisogna dirlo, anche i docenti si sono mostrati troppo reticenti nell’intraprendere percorsi magari un po’ faticosi. Studiare, aggiornarsi comporta uno sforzo che non tutti sono disposti a fare. Certo, molte volte questi atteggiamenti sono stati giustificati, e a ragione, dai pessimi trattamenti economici e non che questa classe così importante ha dovuto sopportare.
Una nota la meritano anche altre figure inserite nel contesto scolastico quali gli insegnanti di sostegno, gli educatori e i collaboratori perché tutti danno il proprio apporto e ognuno svolge un ruolo differente ma complementare nell’azione formativa dei ragazzi. A questa interazione dovrebbe essere rivolta un’attenzione diversa, siamo decisamente persuasi dall’idea che una seria organizzazione dei ruoli e delle funzioni tra tutti questi soggetti sia una delle nuove frontiere per la scuola italiana. Il gioco di squadra, quando bene strutturato e gestito da dirigenti scolastici attenti e competenti, può alleggerire lo sforzo di tutti e dare risultati sorprendenti.
UNA VERA AUTONOMIA PER LE SCUOLE, MA MAGGIORI CONTROLLI
Premettiamo innanzitutto che in un momento storico di forti ristrettezze economiche è necessario garantire la gratuità del servizio d’istruzione obbligatorio pubblico.
La parità tra istituzioni statali e private oltre a implicare le medesime modalità di svolgimento degli esami di Stato, dovrebbe prevedere le stesse modalità di reclutamento del personale, che secondo noi dovrebbe avvenire tramite scorrimento di graduatoria o procedure concorsuali per garantire la trasparenza delle assunzioni.
L’autonomia delle istituzioni scolastiche è sicuramente da promuovere in quanto si connette con esigenze, peculiarità e potenzialità di un determinato territorio.
Noi siamo dell’idea però che prima di parlare di valutazione, incentivi (e addirittura disincentivi) occorre investire sulla scuola, occorre fornire le risorse che consentano alle scuole di garantire e migliorare il servizio offerto. Ci troviamo d’accordo nell’aumentare il numero degli ispettori, in particolare nelle scuole paritarie, nelle quali sono numerosi i casi in cui facilmente si consegue il diploma e in cui gli insegnanti non vengono retribuiti in modo adeguato.
ELIMINARE GLI SPRECHI
Dopo che nella scorsa legislatura sono stati tagliati 7,8 miliardi di euro, crediamo che più che di sprechi, in questo momento bisognerebbe parlare di investimenti, naturalmente accompagnati da un dettagliato programma, monitoraggio e controllo delle risorse stanziate. Riguardo alla chiusura di istituti scolastici da voi sollevata riteniamo che, con il ridimensionamento della rete scolastica e l’accorpamento delle scuole, le risorse richieste per la gestione sono già state notevolmente ridotte. La distribuzione delle istituzioni scolastiche garantisce di usufruire agevolmente del servizio d’istruzione nonché una composizione delle classi che rispetti i diritti degli alunni, in particolare di quelli che presentano maggiori difficoltà, e degli insegnanti.
DIGITALIZZARE LA SCUOLA (PER TUTTI)
Concordiamo con quanto affermato da Tuttoscuola riguardo alla digitalizzazione, occorre accelerare questo processo che risulta essere ostacolato non solo dalle insufficienti risorse destinate ma anche dalle reticenze delle case editrici nel convertire la loro offerta e competere con gli altri produttori.
La digitalizzazione della didattica è di fondamentale importanza in quanto consente di perseguire concretamente la personalizzazione della didattica, in particolare per gli alunni che presentano difficoltà nel processo di apprendimento, così come prevedono le recenti indicazioni ministeriali sui bisogni educativi speciali. Inoltre la precocità con cui i bambini vengono in contatto con gli strumenti tecnologici richiede un’educazione all’uso di essi in modo consapevole e critico. Naturalmente oltre ad attrezzare le aule con moderne tecnologie, è opportuno attivare un intenso e diffuso programma di formazione per gli insegnanti, indispensabile risorsa per l’attuazione del processo di digitalizzazione della scuola.
Ma la digitalizzazione della scuola non è mero trasferimento dei contenuti da supporti tradizionali a supporti digitali. Una scuola 2.0 è una scuola del sapere condiviso e gratuito del sapere costruito insieme, in cooperative learning e non solo trasferito. Le nuove tecnologie, quali il mondo digitale e il web 2.0 agevolano questo processo perché fa parte della natura stessa della rete il concetto di condivisione, di Peer to peer e di intelligenza collettiva.
Vorremmo concludere ringraziando Tuttoscuola per aver avviato un dibattito sulla scuola: solo un ampio confronto può garantire un reale miglioramento del servizio scolastico.
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