L’ultimo anno di liceo

Dalla riforma Moratti era lecito aspettarsi che il quinto anno dei licei recepisse almeno in parte l’idea originaria della Commissione Bertagna, che prevedeva per i nuovi licei un quinto anno che avesse poche ore obbligatorie uguali per tutti, ma la maggior parte personalizzate, nel senso di offrire ai giovani l’opportunità di verificare, in collegamento con l’università, il grado della propria preparazione e di introdurre i correttivi necessari.
Questo del resto sembrava l’orientamento più volte dichiarato e ribadito anche dal ministro e dal sottosegretario Aprea. Il testo finale del decreto sul secondo ciclo, tuttavia, ha invertito il rapporto: tantissime ore obbligatorie e uguali per tutti, pochissime ore opzionali facoltative da personalizzare nella prospettiva degli studi universitari. E ciò soprattutto nel liceo tecnologico. Ancora una volta ha prevalso la linea dei sindacati e della burocrazia, preoccupati di perdere il controllo degli organici rispetto alla quota di ore rimessa alla scelta dei singoli allievi. Un’altra occasione perduta in vista del contenimento della deriva licealistica degli studi universitari.