L’Uil Scuola celebra a Lecce il XII congresso con la sfida alla modernità

“La sfida della modernità” è lo slogan del XII Congresso nazionale della Uil Scuola che si tiene a Lecce dal 25 al 27 gennaio con il tema chiave di “Valorizzare il lavoro“.

Ai tre giorni di lavori congressuali prenderanno parte circa mille delegati, in rappresentanza degli oltre 75 mila iscritti. Un appuntamento che giunge a conclusione di un lungo lavoro partito ad ottobre e proseguito fino a dicembre nei congressi territoriali e provinciali organizzati in tutta Italia.

È attesa la relazione del segretario uscente, Massimo Di Menna, il principale artefice della crescita della Uil Scuola negli ultimi anni, inserito nello speciale di Tuttoscuola di gennaio tra i protagonisti del mondo scolastico nel 2009.

La relazione di Di Menna si incentrerà soprattutto sul rapporto, considerato sperequato, tra  impegno, competenza e responsabilità di chi vi lavora e la retribuzione che viene corrisposta. La sfida per la qualità e per la modernità passa, secondo la Uil Scuola, per il riconoscimento del lavoro.

Se qualche curioso extraterrestre domandasse come abbiamo fatto a garantire una scuola adeguata ai tempi – continua Di Menna anticipando uno dei temi della sua relazione – la risposta sarebbe: con il lavoro e la capacità di quei tanti che con passione, impegno e sacrificio, mentre la politica e gli esperti di turno discutevano o litigavano, si sono rimboccati le maniche assicurando istruzione, formazione ed educazione“.

Secondo il sindacato Uil, “gli indicatori internazionali ci richiamano ai ritardi italiani che derivano dal considerare la scuola sede per contenere la spesa pubblica anziché settore strategico da sostenere e qualificare. Occorre un nuovo approccio politico, condiviso da tutti, per sostenere la scuola e per riforme in grado di durare“.

Di Menna, a proposito dei tagli al sistema scolastico, rappresenta una voce fuori dal coro, quando afferma che “nella lotta agli sprechi non solo non ci sottraiamo, anzi la sollecitiamo, ma il metodo dei tagli lineari e dei tetti regionali, fuori dalle effettive esigenze della realtà, non può funzionare“.