L’ombra della Buona Scuola fa litigare i sindacati e l’ANP

Può sorprendere la durezza dello scontro tra i cinque sindacati storici che hanno firmato l’ultimo Contratto nazionale di lavoro e il ministro Lucia Azzolina, alla quale essi hanno chiesto seccamente di ritirare la nota ministeriale n. 388 (“Prime indicazioni operative per le attività di didattica a distanza)”, firmata dal capo dipartimento Bruschi, “perché contenente modalità di organizzazione del lavoro che sono oggetto di relazioni sindacali”.

Era dai tempi della Buona Scuola e del grande sciopero del 5 maggio 2015 contro l’approvazione parlamentare della legge che non si ascoltava un linguaggio del genere. Nel mirino dei sindacati erano finiti allora i superpoteri affidati dalla legge ai dirigenti scolastici, e deve aver dato loro fastidio che essi tornino ad essere protagonisti anche nella citata nota, che fino dalla seconda riga specifica che spetta ad essi, e solo ad essi, di “attivare per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche nelle scuole, modalità di didattica a distanza”. Segue una serie di prescrizioni pedagogiche e organizzative, anche minute, sulla gestione di queste attività da parte dei singoli docenti, che i dirigenti sono chiamati a far rispettare. Solo una riga sull’organo collegiale istituzionalmente competente per molte di queste materie. Eccola: “Il Consiglio di classe resta competente nel ratificare le attività svolte e compiere un bilancio di verifica”. Interviene, insomma, ex post.

Il rilancio della centralità del dirigente scolastico che ha indispettito i sindacati è stato accolto invece con favore dalla Associazione Nazionale Presidi (ANP), che negli anni post Buona Scuola aveva visto progressivamente erodere le funzioni e i poteri dei dirigenti pur ad essi assegnati dalla legge 107/2015. Per questo la sua reazione alla richiesta di ritiro della nota 388 da parte dei sindacati è stata furiosa e sarcastica: nell’attuale situazione drammatica “cosa ci sa dire il sindacato? Fermi tutti, dovete discuterne con noi! Tanto varrebbe aprire una vertenza con il virus in persona, che ha sconvolto unilateralmente l’organizzazione di tutto il mondo del lavoro senza confrontarsi con i sindacati”.

Evidentemente l’ombra lunga delle polemiche che avevano preceduto e seguito il varo della Buona Scuola continua a gravare sulla scuola italiana. La tensione è comprensibile, tuttavia in questo momento è importante far prevalere la moderazione dei toni e il senso di responsabilità.