L’Ocse: un professore esigente

Lo sviluppo dovrebbe essere rafforzato mediante nuove riforme nei settori delle tasse, dell’educazione, della formazione professionale, dell’immigrazione e delle condizioni dei lavoratori, tutte riforme che potrebbero migliorare le prospettive economiche delle famiglie appartenenti alla classe media”.  Si parla forse dell’Italia?

Per nulla, destinatari di questi ammonimenti, contenuti nell’ultima delle periodiche Economic Survey promosse dall’Ocse, pubblicata lo scorso venerdì 13 giugno, sono gli Stati Uniti. Senza queste riforme, avverte l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, la ripresa sarebbe lenta ed esposta a ulteriori rischi.

Va detto peraltro (senza finalità autoconsolatorie per noi italiani) che i giudizi dell’agenzia intergovernativa parigina sono normalmente piuttosto severi anche con quei Paesi, come la Corea del Sud e la Finlandia, che sia in campo economico sia – soprattutto – in quello educativo stanno ai primi posti nelle classifiche comparative internazionali.

Eppure anche a questi Paesi non vengono risparmiate critiche e i consigli dati riguardano tutti i settori, compresa l’educazione.

La Corea viene invitata a ridurre ulteriormente la già bassa percentuale di studenti che non completano gli studi secondari per evitare la loro emarginazione sociale con i relativi costi di assistenza, controllo e inserimento lavorativo.

Per quanto riguarda la Finlandia (Paese generalmente lodato per l’equità del suo sistema educativo) l’Ocse segnala che continuano ad esistere iniquità che riguardano specifici gruppi. Vengono citati, per esempio, gli eccessivi dislivelli di rendimento tra maschi e femmine e tra gli studenti nati in Finlandia e quelli immigrati, nonché alcune incongruenze (“mismatches”) tra le qualifiche acquisite dagli studenti e le necessità del mercato del lavoro.

In proporzioni diverse, e fatti salvi i diversi contesti nazionali, le ricette dell’Ocse sono sempre arcigne, severe per tutti, come quelle di un professore che non si accontenta mai…