L’obbligo si allunga, l’obbligo si accorcia…

L’attuale obbligo scolastico di nove anni retrocede a otto o si allunga a dodici? Opposizione e sindacati da una parte e ministro Moratti dall’altra, non sono d’accordo sul come interpretare l’esito della riforma appena approvata dal Parlamento che ha abrogato tra l’altro la legge n. 9/1999 che aveva innalzato l’obbligo scolastico di almeno un anno.
Con la norma abrogata, sostiene la Cgil-scuola e parte dell’Ulivo, l’obbligo ha fatto un passo indietro e sta determinando un vuoto pericoloso che già dal prossimo settembre creerà l’effetto di lasciare liberi di non andare a scuola alcune decine di migliaia di ragazzi già obbligati a proseguire gli studi nel primo anno delle superiori.
Il ministro Moratti afferma esattamente il contrario: la legge, mentre abroga la norma del vecchio obbligo, ne dispone l’ampliamento per almeno dodici anni, con possibilità per i ragazzi di fruirlo all’interno del sistema d’istruzione dei licei o in quello dell’istruzione e formazione professionale. Anche l’Associazione presidi (ANP) esprime un giudizio positivo su questo nuovo diritto-dovere. Si può comunque essere certi che, anche a cominciare da questa questione, per la riforma si annuncia una primavera calda.