
Più di sei miliardi di euro. Questa la spesa che lo Stato dovrebbe affrontare se fosse costretto ad accogliere nella scuola pubblica tutti gli studenti che attualmente frequentano le scuole paritarie.
Lo ha detto ieri il ministro Gelmini in un suo intervento nel corso del convegno a Montecitorio sul tema della parità scolastica, organizzato in occasione del decennale della legge 62/2000.
Il risparmio è possibile anche per il fatto che alle scuole paritarie lo Stato versa soltanto un contributo parziale per sostenere le spese, tanto che in questo modo un alunno di una scuola paritaria costa allo Stato 584 euro all’anno, mentre quello di una scuola pubblica ne costa 6.116.
In Italia non siamo ancora arrivati a realizzare una piena parità scolastica – ha dichiarato la Gelmini – Spiace rilevare che le famiglie non sono mai state messe realmente in condizione di poter scegliere come e dove educare i propri figli senza vincoli economici all’interno del sistema integrato pubblico di istruzione.
Ci sono motivazioni storiche chiare, secondo il ministro, che ha attribuito questo ritardo all’approccio ideologico avuto da una parte del Paese nei confronti di questo tema. Troppe volte ci si è divisi tra scuola pubblica e privata, troppe volte l’ideologia ha vinto sulla qualità della didattica. Troppe volte, infine, si è gridato in maniera strumentale alla privatizzazione e non si è discusso del vero tema centrale: il decadimento della nostra scuola così come tutte le classifiche internazionali rilevano.
Insomma la Gelmini tra pubblica e privata sceglie la qualità dell’istruzione ricordando comunque che anche le scuole paritarie svolgono un servizio pubblico pur essendo non statali.
Al convegno hanno preso parte, oltre al ministro Gelmini, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, il presidente dell’Agesc (l’Associazione dei genitori delle scuole cattoliche) Maria Grazia Colombo, il rettore dell’Università Lumsa, Giuseppe Dalla Torre, il presidente della Commissione Cultura di Confindustria, Alessandro Laterza e il professor Eugenio Mazzarella del Partito Democratico.
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