Lo stallo delle scuole del Centro Italia rende incerto il futuro

Mentre le scuole del Mezzogiorno arretrano e quelle del nord avanzano – parliamo ovviamente in termini quantitativi di alunni e di classi – che succede al Centro?
Le scuole del Centro Italia registrano un modesto incremento della popolazione scolastica in tutti gli ordini di scuola nel sessennio 1998-2004: il 2,2% nella primaria, il 4,4% nella secondaria di I grado e il 3,3% nelle superiori. Solo la scuola dell’infanzia statale fa registrare un maggiore incremento di iscritti che sfiora l’11% (lontano, comunque, dalle punte del 21% del Nord Est e del 17% del Nord Ovest).
Il modesto incremento di alunni non determina, tuttavia, un equivalente aumento del numero delle classi che nella primaria vanno sotto di 528 unità e nella I grado di 26.
L’espansione della scuola dell’infanzia fa sperare che nel prossimo futuro il decremento di classi si riduca o si annulli del tutto.
Negli istituti superiori il contenuto incremento di classi di questi anni (463 unità nel sessennio considerato) dovrebbe essere bilanciato dalla riduzione di classi del I ciclo di istruzione.
Si può prevedere, con buona attendibilità, che nei prossimi otto-dieci anni le scuole del Centro Italia faranno registrare un complessivo stallo del servizio scolastico senza contrazioni significative di organico ma senza incrementi di posti. Un futuro con buona stabilità determinato, anche in questo caso, da una buona presenza di alunni stranieri, soprattutto nella capitale e in altri centri maggiori dell’area.