Lo Snals consulta i docenti sulla carriera

Lo SNALS-Confsal ha presentato un’iniziativa di consultazione dei docenti sull’introduzione di meccanismi di carriera professionale che riprende il documento della Commissione di studio, prevista dall’art. 22 del CCNL Scuola, reso pubblico il 24 maggio 2004.
“Lo SNALS-Confsal” ha dichiarato il segretario generale Fedele Ricciato “vuole realizzare in modo autonomo e in forme e tempi utili un confronto diretto con la categoria, perché le soluzioni da adottare siano non solo possibili, ma anche condivise”.
Il QUESTIONARIO, reperibile sul sito www.snals.it, intende raccogliere le percezioni dei docenti sulla carriera e sulla sua eventuale struttura, sulla tipologia e funzionalità dei crediti formativi e professionali e sull’incidenza dei sistemi di valutazione.
Ricciato ha sottolineato che: “La carriera va articolata in relazione alla professionalità dei docenti e va raccordata con la funzione educativa e formativa, nel rispetto della libertà di insegnamento e dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, ora di rilievo costituzionale. In sintesi: una è la funzione, plurima è l’articolazione della professionalità”.
Ricciato ha affermato anche che dinanzi a una proposta che ha impegnato in ugual modo l’ARAN, il MIUR e le Organizzazioni Sindacali firmatarie del contratto, si assiste a un silenzio “assordante”. Il Governo non ha ancora espresso i suoi orientamenti, né le proprie decisioni in merito al reperimento delle risorse necessarie. Accade, invece, che alcuni parlamentari della maggioranza stiano spingendo verso una definizione dello stato giuridico dei docenti con proposte di legge (prima “la Santulli” e “la Napoli”, ora un testo unificato). Lo SNALS-Confsal ha chiesto il ritiro di tali proposte perché si introduce una vera e propria gerarchizzazione della funzione docente con il rischio concreto di una frantumazione dell’unicità e un affievolimento della specificità della funzione stessa. Tra l’altro l’iniziativa parlamentare prevede un’inaccettabile limitazione degli spazi e delle materie riservate alla contrattazione e addirittura la cancellazione delle RSU. Questo è in contraddizione con l’attuale quadro normativo di natura privatistica che ha delegificato materie quali la retribuzione fondamentale e accessoria, la mobilità, gli aspetti della professionalità e l’organizzazione del lavoro, definite ora dal contratto di lavoro.
Il Segretario Generale ha così concluso: “Il lavoro della Commissione art. 22 non può restare un vuoto adempimento contrattuale. Occorre una chiara volontà politica nel reperire risorse certe e aggiuntive e nel finanziare il piano pluriennale di investimenti previsto dalla stessa legge di riforma “.