L’indagine PIAAC sugli adulti/2. Italiani in-competenti

L’Italia è citata più volte nel documento di sintesi diffuso dalla UE. Il più delle volte perché si colloca nella parte bassa delle diverse classifiche, ma con una tendenza a migliorare la propria posizione nella fascia 25-34 anni: come Belgio (Fiandre) e Finlandia, che però sono assai meglio piazzate di noi nella classifica generale, che comprende tutte le classi di età.

Il nostro paese si colloca all’ultimo posto della graduatoria nelle competenze alfabetiche (literacy) necessarie per la vita ed il lavoro e penultimo nelle competenze matematiche (numeracy), fondamentali per affrontare e gestire problemi di natura matematica nelle diverse situazioni della vita adulta.

I punteggi sono riferiti a 6 diversi livelli di competenze e il livello 3 è considerato il minimo indispensabile per “vivere e lavorare nel XXI secolo”. In riferimento alle competenze alfabetiche il 29,8% degli adulti italiani si colloca al livello 3 o superiore, il 39% a livello 2 e il 31,9% al livello 1 o inferiore. Secondo questa indagine insomma più del 70% degli italiani adulti possiede competenze alfabetiche che si collocano al di sotto di quello che è considerato il livello minimo accettabile per vivere e lavorare nel XXI secolo. 

Da notare comunque (anche se è di scarsa consolazione per il nostro Paese) che tra gli Stati UE oggetto della indagine PIAAC mancano alcuni di quelli che in altre indagini comparative internazionali (come PISA, IEA-Pirls e IEA-Timss) si collocano quasi sempre dopo l’Italia. Se i parametri e i tipi di prove utilizzati in questa indagine sono corretti – e d’altra parte essi sono concordati da team di esperti a livello internazionale, e sono gli stessi per tutti – il fatto di sapere che altri Paesi stiano (eventualmente) peggio di noi non cambierebbe in nulla la gravità della nostra situazione.