Senza seconda lingua straniera nel biennio, ma con l’italianizzazione delle ore di economia: ecco come sarà il liceo del Made in Italy

Presto i ragazzi potranno scegliere un nuovo indirizzo di studio in grado più degli altri, come affermato dalla premier Giorgia Meloni, di “valorizzare il legame che esiste tra la nostra cultura, i territori e la nostra identità”: il liceo del Made in Italy. Più volte in questi mesi ne abbiamo sentito parlare ma ieri, nel corso del Vinitaly di Verona, Meloni ne ha dato l’annuncio, quasi esprimendo poi la sua preferenza per gli istituti agrari: “Il vero liceo è il vostro – ha detto ai ragazzi – . È quello più legato alla cultura italiana. Forse dimentichiamo non solo che in questi istituti, specialmente nell’Agrario, c’è una capacità di sbocco nel mondo professionale molto più alta, ma per come la vedo io questo è il vero liceo. Non c’è niente di più profondamente legato alla nostra cultura di quello che questi ragazzi sono in grado di portare avanti, studiare e tramandare”.

Del liceo del Made in Italy in effetti abbiamo tanto sentito parlare proprio nel corso della campagna elettorale di Fratelli di Italia. Anche Paola Frassinetti, oggi sottosegretaria al MIM, allora ne aveva parlato proprio con noi di Tuttoscuola: “Ci siamo accorti di un vuoto in questo settore – aveva spiegato – , il Made in Italy è un volano della nostra economia. Abbiamo tanti indirizzi che lo valorizzano: scuole per la moda, per il turismo, alberghieri. Sempre con una connotazione tecnica-professionale che va bene così ed è di tutto rispetto. Il liceo potrebbe essere un’offerta formativa interessante per introdurre gli studenti al Made in Italy e portare questa proposta di eccellenza all’estero tutelandola”.

Attualmente la proposta del liceo del Made in Italy è una legge delega che alla fine finirà a viale Trastevere sul tavolo del ministro Valditara. Non sono ancora indicati capitoli di spesa. Decisiva sarà la spinta del ministero delle imprese e del Made in Italy che punta, secondo quanto riportato da Open, a dar vita “a una rete di licei con sedi presso i distretti del Made in Italy, coordinati dallo stesso ministero e adottati dagli imprenditori che rappresentano l’eccellenza del Made in Italy”.

Il liceo del Made in Italy si configura come un liceo economico e sociale. Concentrato sull’Italia, vede la rimozione della seconda lingua straniera nel biennio, sostituita da qualche ora di informatica e storia dell’arte, e “l’italianizzazione” delle ore di economia. E’ Repubblica a spiegare più nel dettaglio in cosa consiste questo nuovo indirizzo di studio. Le linee guida del liceo sul Made in Italy vedono al primo biennio lingua e letteratura italiana, cultura straniera, storia dell’arte, matematica, informatica, scienze naturali, fisica, scienze motorie e sportive, storia e geografia, diritto ed economia politica, religione cattolica o attività alternative. Al secondo biennio fanno il loro ingresso economia e gestione delle imprese del Made in Italy, modelli di business nelle industrie dei settori della moda, dell’arte e dell’alimentare. Previste 891 ore di insegnamento nel primo biennio, “corrispondenti a 27 ore medie settimanali”. Nel secondo biennio e nel quinto anno le ore salgono a 1023 ore, “31 ore medie settimanali»”

Lo scopo del liceo del Made in Italy sarà di “guidare lo studente ad approfondire e sviluppare le conoscenze e le abilità e a maturare le competenze necessarie per cogliere la complessità e la specificità di alcuni settori strategici dell’economia del paese, cosiddetti settori del Made in Italy”. Il percorso formativo dovrà offrire conoscenze sui “principi dell’economia manageriale; strumenti per la gestione complessiva di un’impresa; modelli di business, in particolar modo dei modelli di business delle aziende dei settori della moda, dell’arte e dall’alimentare; tecniche avanzate di marketing”.

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