Liceo classico sotto accusa, Eco lo difende. Assolto ma…
Il liceo classico sale sul banco degli imputati al Teatro Carignano, affollato da docenti e studenti. Va in scena un vero e proprio processo con la Corte presieduta dal procuratore della Repubblica di Torino, Armando Spataro. La difesa è affidata a Umberto Eco, l’accusa all’economista Andrea Ichino. Tra i testimoni lo scrittore Marco Malvaldi, il matematico Stefano Marmi della Scuola Normale Superiore di Pisa, il filologo Luciano Canfora e il logico e filosofo della matematica Gabriele Lolli. Nel pomeriggio la sentenza finale.
“Il 70% degli italiani non è in grado di elaborare informazioni matematiche in Italia. Nessuno vuole abolire la cultura umanistica ma serve un nuovo equilibrio tra cultura umanistica e cultura scientifica”, ha detto il pm Ichino nella requisitoria. “Non è vero che studiando al classico si può fare qualunque cosa. Ad esempio tra gli studenti che tentano il test di medicina quelli del classico hanno meno risultati positivi”.
“Avere una cultura umanistica – ha osservato Eco – significa saper fare i conti con la storia e con la memoria. L’umanità sta perdendo la memoria”. Per Eco “bisogna portare l’inventiva e la creatività anche nel mondo scientifico e tecnologico” e “contrastare quelle sacche di iper specializzazione dove l’esperto di malattie rare non sa curare un raffreddore”. Bisogna sapere insegnare non solo il teorema di Pitagora “ma anche qual era il suo terrore dell’infinito”.
Alla fine il liceo classico è assolto perché “il fatto non sussiste“, ma ha bisogno di essere riformato. Questa la sentenza alla fine del dibattimento. La corte presieduta dal magistrato Spataro ha comunque sollecitato una riforma del liceo classico troppo a lungo rinviata e ha ammonito chi studia al liceo classico: non deve avere atteggiamenti di superiorità.
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