L’ex-ministro Berlinguer scalda i motori della Buona Scuola

Il PD ha festeggiato il primo anniversario del governo Renzi presentando a Roma le linee essenziali dei provvedimenti di attuazione della Buona Scuola, targata Renzi-Giannini.

Anticipazioni rispetto a quanto già si sapeva, poche; nemmeno sui numeri effettivi del piano di assunzioni e sulle modalità di attuazione.

Prima del lungo intervento del premier, sono intervenuti per pochi minuti alcuni esponenti di spicco del PD (compresa la Giannini, new entry del partito), tra cui l’ex-ministro dell’istruzione Luigi Berlinguer. Ed è stato proprio Berlinguer a scaldare gli animi, strappando al termine del suo breve intervento una standing ovation.

Possiamo non educare al bello nella nostra scuola? – ha esordito – L’essere umano ha dentro di sé il bello, lo vive, perché cancellarlo?” Riferendosi al punto 4.1 della Buona Scuola (Cultura in corpore sano – musica, storia dell’arte, sport), l’ex-ministro, dopo averne letto e riletto il testo, si è chiesto se Giannini e Renzi, come Paolo di Tarso, erano rimasti folgorati sulla via di Damasco.

Nel paragrafo citato si afferma, tra l’altro, che “La capacità di leggere e di produrre bellezza è un elemento costitutivo del nostro essere Italiani: dobbiamo valorizzarla, farne un vantaggio comparato che, come Italia, ci aiuti anche in prospettiva a mantenere un giusto posizionamento internazionale”.

Berlinguer ha affermato: “Come diceva Platone, è l’eros che muove la vita, è il piacere, è la gioia. A scuola non ci si deve sballare, solo annoiare, sentire il sapere lontano da sé.

Si deve penetrare la scuola. E io ho speranza”, chiudendo tra applausi di consenso.

Poco dopo Renzi ha ripreso più volte l’invito appassionato dell’ex-ministro, facendo sua la tensione morale che lo ha pervaso.