Lettera 150, la ‘scuola’ della Lega. Salvini plaude al laboratorio di Valditara

di Giulia Nocera

Ero seduta tra il pubblico, eravamo circa 300 suddivisi in due sale gremite, e altri erano in collegamento da remoto. Quello che inizialmente sembrava essere un incontro politico al Best Western Plus Hotel Universo, si è trasformato in un laboratorio di confronti e approfondimenti sulle dinamiche della scuola italiana, su quel che erano, sono e saranno le esigenze del mondo dell’istruzione e del merito che Giuseppe Valditara guida. Proprio Valditara è stato accolto da donne e uomini che si ritrovano in un progetto chiamato Lettera 150, un luogo di pensiero frequentato da giuristi, accademici, insegnanti e liberi cittadini che si ritrovano negli ideali più classici presenti nella vasta bibliografia dell’umanesimo.

Il ministro dell’Istruzione e del merito ha svolto una lectio sull’importanza dell’antropocentrismo, sulla necessità di riscoprire radici e identità e aprire le porte a tutte le genti pronte e condividere i principi civici della società libera e democratica come, ad esempio, è l’Italia. Ma perché ciò avvenga bisogna ripristinare, secondo Valditara, l’importanza del dovere e del rispetto verso le autorità, ad esempio gli insegnanti. Ad applaudire il ministro anche il vicesegretario della Lega, Claudio Durigon, che ha proposto di allargare il progetto Lettera 150 anche a livello regionale.

Dopo Durigon è stata la volta del Segretario, Matteo Salvini, che ha riconosciuto la caratura intellettuale della platea in sala e l’importanza delle idee che, più volte, grazie a Lettera 150, si sono trasformate in leggi e atti dello Stato. Salvini ha ringraziato i presenti e ha scommesso sul futuro di Lettera 150 che sarà, ancora una volta, protagonista anche nel prossimo congresso federale di partito. A Valditara ha chiesto di “continuare sulla strada avviata e non cedere alle minacce che lo hanno interessato negli ultimi mesi. La scuola – ha detto Salvini -, rappresenta una sfida fondamentale per il futuro del nostro Paese e dopo decenni di condizionamenti politici è ora di tornare a parlare di interesse dell’Italia e non solo più di pochi pensatori al soldo delle lobby“.

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