L’esercito dei precari all’assalto di un posto

Scade il 9 luglio il termine di presentazione delle domande per poter accedere a supplenze, brevi o lunghe, nella scuola.
Migliaia di vecchi e nuovi precari dell’insegnamento, un esercito senza condottieri, zeppo di reclute e veterani, si iscrivono per un posto di lavoro.
La grande novità di questa attesa campagna di iscrizione (da anni si utilizzavano vecchie graduatorie di supplenti) sta nel fatto che non è richiesta – finalmente – documentazione di servizio o di titoli di cultura. Niente fardelli pesanti di attestati o certificati, marche da bollo o autentiche di firma: la semplificazione amministrativa consente di compilare “solamente” un unico modulo di domanda (e con quello si possono richiedere fino a trenta istituzioni scolastiche).
Ma quella cosiddetta semplificazione amministrativa costa lacrime e sangue per chi non è addetto ai lavori. Da perdersi: i codici delle scuole, la differenza tra scuola e istituzione scolastica, la trasformazione delle votazioni dei vecchi titoli in 110.mi. è un vero e proprio percorso ad ostacoli che, per essere seguito fino in fondo senza incorrere in penalità, chiede la pazienza di leggere le due fitte pagine di istruzioni per la compilazione delle numerose pagine del modulo-domanda. Ma forse non basterà per evitare errori.
Poi toccherà alle singole istituzioni scolastiche riceventi (questa è l’altra parte della rivoluzione, con la competenza trasferita dai provveditorati agli studi direttamente alle singole scuole) controllare, valutare, attribuire punteggi e predisporre graduatorie.
Una “semplificazione” che sta turbando le ferie e i sonni tranquilli di migliaia di persone.
E a settembre si comincia per una nuova campagna di docenza precaria.