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Legge più favorevole per i dislessici che per i disabili?

Sulla legge 170/2010 che ha introdotto norme particolari per gli alunni con DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento) vi sono state nelle settimane scorse alcune riserve da parte delle associazioni dei disabili che hanno lamentato un trattamento più favorevole nei confronti dei dislessici per quanto riguarda l’eventuale esonero dalle prove d’esame per la lingua straniera. Esonero che, invece, non è previsto per gli alunni disabili.

Se in sede di definizione delle linee applicative della legge sui DSA non si provvederà ad annullare questo trattamento di favore, le associazioni dei disabili sono pronte a portare la questione davanti alla Corte costituzionale.

Oltre a questo trattamento più favorevole per le prove di esame, si profila un altro dubbio di incostituzionalità anche per quanto riguarda la certificazione medica che dovrebbe documentare il DSA. La legge 170/2010 all’art. 3 prevede infatti che la diagnosi sia certificata dal Servizio sanitario nazionale – e fin qui tutto ok – ma consente anche che la  medesima  diagnosi, in caso di impossibilità delle Asl di provvedervi, possa essere effettuata da specialisti o strutture accreditate.

Per le certificazioni di disabilità, invece, da diversi anni questa possibilità di provvedervi al di fuori dal sistema sanitario nazionale è stata tassativamente esclusa, prevedendo addirittura che essa venga decisa da una commissione medica collegiale.

Per i dislessici invece questa rigidità non è prevista.

È pur vero che la rigidità di procedure per i disabili è anche conseguente al fatto che da essa dipende l’assegnazione di personale di sostegno con conseguenti costi per lo Stato, ma l’aspetto finanziario non può essere certamente la ragione che giustifica trattamenti più favorevoli nei confronti degli alunni con DSA.

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