Lega: nei concorsi fuori ‘i barbari’

Sono diverse e non da poco le questioni urgenti che il prossimo Governo dovrà affrontare per il mondo della scuola, sia per onorare gli impegni assunti in campagna elettorale sia per corrispondere a pressanti richieste dei sindacati di categoria.

Molte questioni coincidono con le proposte politiche e le richieste sindacali, ma alcune no, come, ad esempio, la proposta della Lega per concorsi regionali riservati soltanto a candidati domiciliati sul territorio.

Questa originale proposta leghista, da tempo sostenuta dal neo-senatore Mario Pittoni, responsabile federale istruzione, è finalizzata a favorire i candidati locali, contro quella che, se pur non esplicitata, è ritenuta una specie di invasione rovesciata di insegnanti meridionali che dopo avere occupato il posto, se ne ritornano subito a casa loro, con conseguenti contraccolpi sul servizio scolastico.

Anni fa, proprio per evitare questo fenomeno, la Lega ottenne il vincolo quinquennale a rimanere sul territorio, vincolo poi declassato a soli tre anni.

La nuova proposta di un concorso per i candidati locali ha ovviamente la funzione di deterrenza per dissuadere gli esterni dal partecipare alle selezioni.

Ovviamente la proposta leghista non pretende che gli esterni abbiano residenza sul territorio regionale, perché questo contrasterebbe nettamente con le regole europee del libero scambio.

Per evitare l’insormontabilità della residenza, i leghisti hanno previsto l’obbligo di domicilio, sperando in questo modo di aggirare lo scoglio.  Residenza no, domicilio sì: basterà?

Occorrerà attendere la formalizzazione della proposta di legge per capirne l’effettiva praticabilità.

Ma, cosa più importante, bisognerà vedere se la Lega farà parte del nuovo Governo e se avrà un posto di rilevanza nel ministero dell’istruzione.