Le vie dell’alternanza sono infinite…
L’alternanza scuola-lavoro è stata quantificata e resa obbligatoria dalla legge 107 fin dal corrente anno scolastico, a partire dalle classi terze, per “almeno” 400 ore nel triennio degli istituti tecnici e professionali, e “almeno” 200 nei licei.
La perentorietà della norma ha costretto le scuole, soprattutto i licei, a una ricerca, a volte affannosa, dei referenti esterni con i quali realizzare attività in alternanza sostenibili sul piano organizzativo ed efficaci dal punto di vista educativo.
I due dossier di Tuttoscuola offrono modelli e soluzioni, raccontando esperienze di “prima classe”, sia sul fronte delle visite da parte degli studenti nelle aziende sia su quello dell’impresa simulata (Per informazioni: telefono: 06.6830.7851; e-mail: tuttoscuola@tuttoscuola.com ).
Se per gli istituti tecnici e soprattutto per i professionali (che hanno alle spalle le esperienze della cosiddetta ‘terza area’ professionalizzante e della Impresa Formativa Simulata) il principale problema è quello quantitativo di rafforzare e ampliare una rete di contatti comunque già in qualche misura collaudata, per i licei si è posto (anche) un problema di carattere qualitativo: che tipo di attività far svolgere a studenti nei cui piani di studio mancano discipline che afferiscono direttamente alle occupazioni che caratterizzano i diversi settori del mondo del lavoro.
Malgrado lo scetticismo e le resistenze dei tradizionalisti, che considerano l’alternanza un autentico spreco di tempo (si veda, per esempio, l’esplicita lettera-appello della preside di un liceo pubblicata da tuttoscuola.com) molti licei stanno dando prova di fantasia, creatività, apertura verso la dimensione operativa dei saperi, anche di quelli più astratti come il greco o la filosofia.
Si colloca nell’ambito di questa ricerca l’accordo pilota realizzato in Piemonte tra l’Ufficio scolastico regionale e la diocesi di Novara, che troverà attuazione nella prossima estate. I progetti, pensati su scala triennale (per coprire dunque le 200 ore previste), si sviluppano in tre diversi ambiti: quello dell’animazione e della formazione dei giovani all’interno dei Grest (parola che sta per ‘Gruppo Estivo’ o ‘Grande Estate’) promossi dalle parrocchie, quello della solidarietà (supporto al lavoro di enti come Caritas) e quello culturale (lavoro negli archivi storici, nella rete museale e dei beni culturali diocesana).
Non si tratterà soltanto di formare competenze tecniche, sottolineano USR e diocesi, ma di far acquisire agli studenti una serie di abilità sociali, relazionali e di lavoro in squadra. Soft Skills, insomma, competenze sempre più richieste dal mondo del lavoro al di là e in taluni casi ancor prima di quelle tecniche.
Il vescovo di Novara Giulio Brambilla, a proposito dell’ambito culturale, sottolinea che “internet offre incredibili possibilità, ma fa correre il rischio di perdere la bellezza e la profondità di opere e luoghi vicini a dove si vive e si studia”, mentre il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Fabrizio Manca, parla di “condivisione di responsabilità tra scuola e Chiesa” e di “innesco di un circuito virtuoso tra il mondo scolastico e quello ecclesiale: parrocchie, associazioni e volontariato”.
Insomma, anche le vie dell’alternanza sono infinite…
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