
Le Thinking Routines: cosa sono e perché utilizzarle in classe

Le competenze del XXI secolo, definite dal World Economic Forum come abilità chiave per il successo nel mondo contemporaneo, includono collaborazione, creatività, risoluzione dei problemi, nonché qualità caratteriali come perseveranza, curiosità e iniziativa. L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha sottolineato che queste competenze assumono un ruolo sempre più cruciale in un mondo in cui le abilità tecniche e ripetitive possono essere facilmente automatizzate grazie all’avvento dell’intelligenza artificiale, della robotica e delle tecnologie avanzate. In questo contesto, le thinking routines si rivelano strumenti pedagogici essenziali.
Queste strategie brevi e ripetibili non solo rendono visibile il pensiero, ma creano anche un ambiente favorevole all’apprendimento metacognitivo e profondo. Rendere esplicito il pensiero consente agli studenti di comprendere meglio i propri processi cognitivi, sviluppando capacità fondamentali come l’autoregolazione e la consapevolezza critica. Integrandosi armoniosamente con approcci basati sulle neuroscienze, le thinking routines rafforzano il pensiero critico, stimolano la creatività e favoriscono la risoluzione collaborativa dei problemi, rendendosi così fondamentali per rispondere alle sfide complesse della contemporaneità.
Cosa sono le Thinking Routines?
Le thinking routines sono strategie educative semplici e strutturate, composte da domande o attività mirate che aiutano gli studenti a riflettere meglio e a sviluppare il pensiero critico e creativo. Sviluppate attraverso le ricerche del Project Zero, un centro di studi dell’Università di Harvard, queste pratiche mirano a rendere visibile il processo mentale degli studenti. Attraverso queste routine, gli alunni riescono non solo a comprendere meglio argomenti complessi, ma anche a potenziare competenze essenziali come la risoluzione di problemi e la collaborazione efficace.
Esempi di Thinking Routines
- “Guarda, Pensa, Meravigliati”: Questa routine invita gli studenti a osservare attentamente un oggetto, un fenomeno o un’opera d’arte, rispondendo a tre domande: Cosa vedi? Cosa pensi? Cosa ti sorprende o incuriosisce? Utilizzata in ambiti come le scienze, aiuta a esplorare fenomeni naturali, mentre nelle arti visive stimola interpretazioni personali e la creatività.
- “Afferma, Supporta, Domanda”: Spinge gli studenti a fare affermazioni chiare (“Afferma”) basandosi su prove concrete (“Supporta”) e a porre domande critiche (“Domanda”) per esplorare prospettive diverse. È particolarmente efficace in discipline come la filosofia o la storia, dove si richiedono capacità di argomentazione e pensiero critico.
- “Pensa, Condividi, Confronta”: Questa routine favorisce il dialogo tra pari. Gli studenti riflettono individualmente su un argomento (“Pensa”), condividono le proprie idee con un compagno (“Condividi”) e discutono nel gruppo classe (“Confronta”), migliorando le competenze comunicative e collaborative.
- “Collega, Estendi, Sfida”: Aiuta gli studenti a collegare nuove informazioni a conoscenze precedenti (“Collega”), riflettere su come ampliano il loro pensiero (“Estendi”) e considerare come possano mettere in discussione le loro convinzioni (“Sfida”). Questa routine è ideale per approfondire concetti complessi in discipline come scienze e letteratura.
Benefici e applicazioni
Le neuroscienze evidenziano come la pratica metacognitiva attivata dalle thinking routines stimoli la corteccia prefrontale, l’area del cervello responsabile del ragionamento complesso, della pianificazione e della regolazione emotiva. Questo tipo di attività rafforza la memoria di lavoro, una funzione cruciale per il problem solving, e aiuta gli studenti a gestire meglio compiti che richiedono pensiero strategico e flessibilità cognitiva. Inoltre, attraverso la pratica delle thinking routines, gli studenti apprendono a riconoscere e regolare le proprie emozioni, migliorando così le loro capacità relazionali e decisionali.
Dal punto di vista cognitivo, le routine favoriscono l’apprendimento significativo, poiché permettono agli studenti di collegare le nuove informazioni a schemi mentali già esistenti. Questo processo, noto come “scaffolding cognitivo“, facilita una comprensione più profonda e duratura delle conoscenze. La riflessione consapevole, inoltre, rafforza l’autoefficacia, ossia la convinzione degli studenti di poter affrontare con successo le sfide dell’apprendimento, e migliora la capacità di autoregolazione, essenziale per il raggiungimento degli obiettivi personali e scolastici.
Uno studio pubblicato da Mario Spicci su Pearson sottolinea che le thinking routines favoriscono la plasticità neurale, ovvero la capacità del cervello di adattarsi e formare nuove connessioni in risposta a stimoli ed esperienze. Questo significa che gli studenti sono meglio preparati ad affrontare situazioni nuove e complesse. Le thinking routines, infatti, stimolano la creazione di connessioni sinaptiche tra le aree cognitive e quelle emozionali, integrando pensiero logico e comprensione empatica. Ad esempio, nella routine “Collega, Estendi, Sfida“, uno studente che analizza un testo letterario potrebbe collegare il tema trattato ad esperienze personali o ad altri testi, estendere la sua comprensione identificando nuove prospettive offerte dal brano, e sfidare le sue convinzioni iniziali confrontandole con le idee emerse durante l’attività. Questo processo favorisce una sinergia tra emozione e ragionamento, arricchendo l’apprendimento.
Secondo Ron Ritchhart, autore di “Making Thinking Visible” e ricercatore presso il Project Zero dell’Università di Harvard, la pratica delle thinking routines aiuta gli studenti a sviluppare una maggiore consapevolezza dei propri processi di pensiero, rendendo l’apprendimento più significativo e duraturo. Inoltre, articoli pubblicati su riviste accademiche come “Educational Leadership e Journal of Cognitive Enhancement” evidenziano come queste pratiche rafforzino la memoria di lavoro e migliorino la capacità di autoregolazione, fattori chiave per un apprendimento stabile e flessibile.
Ricerche di John Hattie in “Visible Learning” confermano che l’integrazione di strategie come le thinking routines nel curriculum aumenta l’engagement degli studenti e favorisce il raggiungimento di obiettivi scolastici a lungo termine. Questo porta a un apprendimento più profondo, capace di adattarsi alle sfide poste dalla complessità della vita moderna. Inoltre, le thinking routines offrono una base per migliorare l’autoefficacia e la fiducia nelle proprie capacità, rendendo gli studenti più autonomi, motivati e pronti ad affrontare il futuro con maggiore resilienza.
Aspetti psicologici e pedagogici
Sul piano psicologico, le thinking routines rafforzano la curiosità intrinseca e l’engagement degli studenti, riducendo l’ansia legata all’apprendimento grazie a un approccio che mette al centro il dialogo e la riflessione condivisa. Queste strategie permettono agli studenti di sentirsi valorizzati nelle loro capacità cognitive, creando un ambiente sicuro in cui possono esprimersi liberamente e sviluppare maggiore fiducia in se stessi.
Pedagogicamente, esse rappresentano strumenti estremamente versatili, adattabili a molteplici contesti educativi e capaci di rispondere alle esigenze di una classe eterogenea. Grazie alla loro natura inclusiva, le thinking routines permettono di far emergere e valorizzare la diversità cognitiva, rendendo visibili i processi mentali di ciascun alunno e offrendo opportunità per un apprendimento personalizzato e significativo.
Un aspetto centrale è lo sviluppo dell’empatia cognitiva, intesa come la capacità di comprendere il punto di vista degli altri attraverso il pensiero condiviso. Le routine incentivano il dialogo e il confronto costruttivo tra gli studenti, promuovendo una cultura della collaborazione basata sul rispetto reciproco e sulla consapevolezza delle diverse prospettive. Per esempio, nelle discussioni di gruppo, queste pratiche aiutano a superare barriere comunicative, stimolando una partecipazione attiva e un senso di appartenenza alla comunità scolastica.
Routine di pensiero applicate: esempi pratici in classe
Le routine di pensiero rappresentano strumenti didattici essenziali per guidare gli studenti attraverso processi riflessivi strutturati, stimolando l’osservazione critica, il ragionamento logico e la curiosità. Ognuna di esse si sviluppa attraverso fasi che incoraggiano un apprendimento attivo e profondo.
Con “Guarda, Pensa, Meravigliati”, gli studenti iniziano osservando con attenzione un fenomeno o un oggetto, come un germoglio in scienze. L’osservazione dettagliata non è fine a sé stessa, ma si collega al pensiero: gli studenti formulano ipotesi basate su ciò che vedono, ad esempio riflettendo su cosa influenzi la crescita della pianta. Questo li porta naturalmente a meravigliarsi, cioè a porre domande che aprono la strada a nuove indagini e approfondimenti, favorendo lo sviluppo della curiosità scientifica e delle competenze analitiche.
La routine “Pensare… – Ora penso…” offre invece un’opportunità per mettere in discussione le proprie convinzioni iniziali alla luce di nuove informazioni. In una lezione di storia, ad esempio, gli studenti potrebbero riflettere sulle loro idee pregresse riguardo a una figura come Cristoforo Colombo, per poi rivederle dopo aver analizzato una fonte primaria. Questo processo non solo rafforza il pensiero critico, ma sviluppa anche la consapevolezza metacognitiva, cioè la capacità di riconoscere come e perché il proprio pensiero si evolve.
Infine, con “Afferma, Supporta, Domanda”, si insegna agli studenti a costruire argomentazioni solide. Partendo da un’affermazione, come “La giustizia è equità?”, essi imparano a supportarla con esempi concreti o riferimenti teorici, sviluppando così la capacità di articolare il pensiero in modo rigoroso. La fase finale, che invita a porre ulteriori domande, amplia la discussione, promuovendo una visione critica e multilaterale.
Queste routine non solo rendono il processo di apprendimento più dinamico, ma aiutano gli studenti a costruire un metodo di ragionamento replicabile in diversi ambiti disciplinari, trasformando la classe in un laboratorio di pensiero.
Risorse e approfondimenti
Per approfondire l’argomento delle thinking routines, esistono numerosi libri, portali e articoli utili. Tra i principali:
- “Making Thinking Visible” di Ron Ritchhart, Mark Church e Karin Morrison: Questo libro è una guida completa alle thinking routines, con numerosi esempi pratici per l’applicazione in classe.
- Sito ufficiale del Project Zero di Harvard (harvard.edu): Offre una vasta gamma di risorse gratuite, tra cui descrizioni dettagliate delle thinking routines, articoli accademici e guide per gli insegnanti.
- Articoli di Pearson Italia: Molti articoli disponibili sul sito di Pearson Italia esplorano le implicazioni neuroscientifiche e pedagogiche delle thinking routines, con esempi pratici per i vari ordini di scuola.
- “Visible Learning” di John Hattie: Sebbene non focalizzato esclusivamente sulle thinking routines, questo libro fornisce un quadro teorico sul loro impatto all’interno dell’apprendimento visibile e significativo.
Conclusioni
Con il supporto del lavoro realizzato e divulgato da Project Zero di Harvard, è possibile applicare in aula con successo le thinking routines che rappresentano un approccio innovativo e comprovato per preparare gli studenti alle sfide del XXI secolo. Attraverso un’integrazione mirata nel curriculo e nella progettazione didattica, queste pratiche trasformano l’apprendimento in un processo attivo, riflessivo e coinvolgente, capace di sviluppare competenze essenziali come il pensiero critico, la creatività e la collaborazione. Adottare queste strategie significa investire nel futuro degli studenti a prescindere, fornendo loro strumenti concreti per comprendere e adattarsi a un mondo in continua evoluzione, caratterizzato da sfide sempre più complesse.
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