Le liste di attesa per l’infanzia

Sono scesi a Roma con tanto di fascia tricolore diversi amministratori emiliano-romagnoli per protestare dinanzi al ministero dell’Istruzione e per chiedere altri posti per le scuole statali dell’infanzia.
Colpa delle liste di attesa che nella regione sono risultate troppo lunghe per essere esaurite con le normali disponibilità di posti. Posti che sono aumentati, ma, dicono i sindaci, in modo troppo esiguo per soddisfare la domanda crescente delle famiglie.
Dal 1997 ad oggi il numero di bambini delle scuole statali dell’infanzia emiliane sono aumentati del 32%, mentre nel resto d’Italia l’incremento è stato mediamente di poco superiore al 6%.
Parallelamente in Emilia sono aumentate anche le sezioni di scuola dell’infanzia (23,5% in più), mentre nel resto d’Italia l’aumento è stato molto contenuto (5,60%).
Insomma l’Emilia-Romagna ha avuto una velocità di crescita della domanda e dell’offerta di gran lunga al di sopra della media nazionale. La domanda è cresciuta però più velocemente dell’offerta, con l’effetto di non trovare sempre soddisfazione con nuovi posti e facendo lievitare il numero medio di bambini per sezione, passato da 23,2 bambini per sezione nel 1997 a 24,8 quest’anno. Le sezioni sono quindi piene fino al limite e, in mancanza di nuove sezioni, fanno scattare le liste di attesa.
La denuncia emiliana è spia proprio del fenomeno delle liste di attesa nelle scuole dell’infanzia statali che sta aumentando particolarmente negli ultimi tempi. Segno forse anche di una situazione economica di molte famiglie che puntano alla scuola pubblica (statale o comunale) dove le spese di retta sono più contenute.
Si tratta di un problema crescente che dovrà trovare quanto prima una risposta adeguata, non solo in Emilia-Romagna. La generalizzazione prevista dalla legge di riforma chiede di essere tradotta in risorse, posti e riqualificazione delle scuole dell’infanzia.