Le immissioni in ruolo primo banco di prova del nuovo ministro

Sarà una eredità sgradevole quella che il nuovo ministro dell’istruzione si troverà subito sul tavolo di lavoro appena arriverà al palazzo della Minerva per dirimere la questione delle immissioni in ruolo.

Con il ministro uscente Padoa-Schioppa le previsioni dei 50 mila posti di docenti in ruolo sono sfumate inesorabilmente, nonostante le insistenze e i numerosi tentativi dell’ex-ministro Fioroni e del suo vice ministro Mariangela Bastico, portati avanti fino alla vigilia delle elezioni.

Toccherà però formalmente al nuovo ministro firmare il decreto di immissioni in ruolo. Un’operazione che in altri tempi sarebbe stata salutata con gioia, rischia invece di presentarsi quasi come un insuccesso. Quando si dice il bicchiere mezzo vuoto…

Il ridotto numero di pensionamenti (e di posti rimasti vacanti) e la contestuale riduzione di posti di organico sono alla base del mancato raggiungimento dell’obiettivo pieno di 50 mila immissioni in ruolo con decorrenza 1° settembre 2008. In un primo tempo sembrava possibile assicurare almeno 45 mila posti, ridotti poi a poco più di 32 mila; alla fine potrebbero essere ancora di meno.

Quando Tuttoscuola riportò i dati della Finanziaria 2007 da cui emergeva chiaramente che i 150 mila posti di ruolo non sarebbero stati assicurati da altrettanti posti vacanti, a causa dei tagli di organico previsti, il Palazzo si irritò e se la prese con chi aveva evidenziato che il re era nudo…

I nodi ora vengono al pettine, ma la delusione per le migliaia di precari che dovranno attendere almeno un anno (e altrettanti che tra un anno vedranno sfumare il sogno del ruolo), anziché pesare politicamente sul governo e il ministro uscente potrebbe invece creare problemi al subentrante.

Pensare che il nuovo ministro dell’economia (quasi certamente l’on. Tremonti) faccia quello che non ha fatto Padoa-Schioppa sembra difficile…