Le critiche dell’Associazione Diesse alle rivendicazioni sindacali

In preparazione degli scioperi regionali di fine ottobre e di quello nazionale del 15 novembre, si sono tenute nelle scuole migliaia di assemblee sindacali indette dai sindacati confederali per chiarire meglio le ragioni di fondo di questa grande mobilitazione che conclude un anno di crescenti contrasti e di forti tensioni verso la riforma voluta dal ministro Moratti.
Vi sono state però anche voci fuori dal coro (non molte) come quella dell’Associazione Diesse, che in un editoriale dei giorni scorsi dal titolo critico “La riforma, lo sciopero: purché non finisca come al solito” ha evidenziato (www.diesse.org) le ragioni del cambiamento della docenza in Italia, pubblicando anche nella propria newsletter (libed.news) un’analisi critica sulle rivendicazioni dei sindacati confederali.
Per il contratto l’affermata “manomissione degli automatismi stipendiali e la conseguente riduzione delle retribuzioni non compaiono nella bozza della Finanziaria“: si tratta dunque di “un’affermazione falsa“, dice Diesse. Per la Finanziaria, contrariamente a quanto affermato dai sindacati, non si prevedono tagli nell’organico. Tagli invece – continua Diesse – ci furono nelle Finanziarie dell’Ulivo: “come mai in quelle occasioni i confederali non hanno indetto scioperi, anche in presenza degli ingenti tagli di personale previsti?
Le critiche alle posizioni sindacali continuano anche a proposito del tutor e della presunta “deriva regionalistica”, per concludersi con una critica finale che sembra una sfida, a proposito della riforma dello stato giuridico dei docenti in discussione in Parlamento: “l’unico vero motivo di opposizione allo stato giuridico da parte dei confederali è la perdita di una parte del loro potere (occupato indebitamente) a vantaggio della professionalità docente“.