Le calcolatrici nel futuro della scuola. Ne parla il capo dell’azienda leader mondiale

Tomoaki Satoh, responsabile della Divisione Consumer & Educational Solution della Casio spiega a Tuttoscuola le prospettive degli strumenti di calcolo a supporto della didattica e dell'apprendimento

“Creatività e contributo” (al miglioramento della società) è da sempre l’idea guida della Casio, azienda giapponese leader a livello mondiale nella produzione di calcolatrici per uso didattico: 25 milioni di esemplari all’anno venduti nel mondo.

Il mensile Tuttoscuola nel numero di Aprile ospita una ampia intervista a Tomoaki Satoh, General Manager e responsabile della Divisione Consumer & Educational Solution della Casio.

Tra le molte domande che gli sono state rivolte nell’incontro svoltosi a Roma nella sede della nostra rivista una ha riguardato il rapporto tra le calcolatrici, gli smartphone e i computer (o tablet), sempre più utilizzati nelle scuole. Strumenti complementari o alternativi?

Satoh, forte di un feed-back a livello planetario, chiarisce intanto che le calcolatrici, rispetto agli smartphone, hanno il vantaggio di essere uno strumento completamente dedicato alla matematica, non utilizzabile per altri scopi. Per questo gli insegnanti le preferiscono, e anzi tendono a vietare l’uso degli smartphone, che deconcentrano gli studenti.

Diverso è il caso del PC, che può essere invece utilizzato in sinergia con la calcolatrice, anche visualizzando le operazioni sullo schermo del computer o della LIM. Nelle versioni più recenti delle calcolatrici grafiche si può addirittura importare video e filmati, e analizzarli dal punto di vista matematico.

Altra questione, molto discussa tra gli insegnanti, è se l’uso intensivo delle calcolatrici non finisca per esonerare gli studenti dal compiere una serie di operazioni mentali considerate essenziali per la formazione di autonome capacità critiche e riflessive. La risposta di Satoh, anche in questo caso fondata su un rilevante numero di esperienze didattiche, è chiara: se si immagina che in una lezione di 60 minuti i primi 10 minuti siano dedicati alla spiegazione, e gli ultimi 10 alla correzione, nei restanti 40 minuti gli studenti si dedicano alla risoluzione dell’esercizio. Ma se durante questo tempo gli studenti devono fare i conti a mente o sulla carta, si concentrano esclusivamente sui calcoli, sui singoli passaggi mentre, al contrario, se possono utilizzare uno strumento di calcolo, possono cogliere con maggiore facilità il ragionamento strategico che porta alla risoluzione dell’esercizio. Hanno quindi più tempo per pensare, riflettere, progettare, ipotizzare. Insomma per le funzioni pedagogicamente più formative del ragionamento matematico.

L’intervista, che tocca anche altri punti di grande interesse, può essere letta nella sua versione integrale a questo link:  http://www.tuttoscuola.com/ts_news_763-1.pdf . Per informazioni sul numero di Aprile 2016 di Tuttoscuola, che ospita tra l’altro articoli sull’insegnamento della matematica, un dossier sul sistema di istruzione e formazione professionale, interventi sull’alternanza scuola-lavoro nei licei e sull’integrazione dei migranti, oltre a un’intervista al ministro dell’istruzione Stefania Giannini che fa un bilancio dei due anni di attività, si può scrivere a redazione@tuttoscuola.com o telefonare al numero 06.68307851.