Lavoro minorile, in Italia sono coinvolti 260mila minori sotto i 16 anni
Nel nostro Paese sono 260.000, più di 1 su 20, i minori sotto i 16 anni (il 5,2% del totale nella fascia di età 7-15 anni) coinvolti nel lavoro minorile. E’ quanto emerge dall’indagine sul lavoro minorile in Italia, realizzata dall’Associazione Bruno Trentin e da Save the Children, e presentata ieri a Roma alla vigilia della Giornata Mondiale Contro il Lavoro Minorile 2013.
Tra i 260.000 pre-adolescenti “costretti” a lavorare già giovanissimi a causa delle condizioni familiari, di un rapporto con la scuola che non funziona o per far fronte da soli ai loro bisogni, e sono 30.000 i 14-15enni a rischio di sfruttamento che fanno un lavoro pericoloso per la loro salute, sicurezza o integrità morale, lavorando di notte o in modo continuativo, con il rischio reale di compromettere gli studi, non avere neanche un piccolo spazio per il divertimento o mancare del riposo necessario.
A margine della presentazione, la leader Cgil, Susanna Camusso, ha commentato i dati della ricerca: “Mi pare evidente dai dati che dobbiamo muoverci su due versanti. Il primo è quello dell’istruzione, perché gran parte del fenomeno osservato deriva dalla dispersione scolastica. I risultati dei tagli poi sono dinnanzi a tutti“. Un fenomeno che, nelle parole della sindacalista, ha generato “in tanti giovanissimi l’idea che studiare è inutile“.
Per Camusso quindi “sviluppo della scuola d’infanzia, obbligo a 18 anni e diritto allo studio, sono assi portanti di una riforma basata sulla formazione continua”.
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