L’assistenza alla mensa nella nuova primaria c’è o no?

La circolare sugli organici che verrà emanata, a quanto sembra, dopo l’entrata in vigore del Regolamento sul primo ciclo e dopo le iscrizioni, dovrà chiarire diversi interrogativi sulla nuova scuola primaria, a cominciare dalla effettiva portata della cancellazione delle compresenze.

Senza considerare le prime classi del prossimo anno, le classi successive che continueranno a funzionare a 30 ore (sono la stragrande maggioranza) avranno confermato l’organico per assicurare l’assistenza alla refezione dei ragazzi?

Vediamo qual è il problema. Se tutta l’attuale compresenza verrà cancellata, assegnando soltanto lo stretto fabbisogno di docenza per l’orario frontale in classe, non vi sarebbe nemmeno un’ora a disposizione per la cosiddetta assistenza educativa che attualmente è assicurata dagli insegnanti.

E quando l’orario settimanale è di 30 ore, vi sono necessariamente uno o più rientri pomeridiani; con i rientri è necessario organizzare appunto anche la refezione per gli alunni, assistiti dai loro insegnanti. In una settimana, per ciascuna classe, servono, oltre a 30 ore di docenza in classe, anche altre 2-3 ore almeno per assistenza alla mensa.

Quelle 2-3 ore, attinte dal cosiddetto monte ore di compresenza, sono un servizio che integra da quasi vent’anni l’attività didattica vera e propria e che coinvolge i Comuni, che hanno l’obbligo di assicurare il servizio.

È improbabile che il ministro voglia aprire un altro fronte di scontro, e farebbe bene a mandare  un segnale rassicurante per prevenire una possibile contestazione i cui sintomi già si intravedono. Il chiarimento sulla questione dell’assistenza alla mensa nelle classi successive alla prima, dovrebbe essere accompagnato da indicazioni chiare anche su un altro punto: se per i nuovi iscritti in prima che si avvarranno delle 30 ore settimanali sarà previsto un organico docenti tale da poter garantire anche la loro eventuale assistenza alla mensa.