Largo ai giovani, no ai 70enni

Due anni fa la legge 186 aveva consentito ai dipendenti pubblici di rimanere in servizio fino a 70 anni, previo assenso della propria amministrazione.
Anche nella scuola diversi docenti e, soprattutto, dirigenti scolastici avevano approfittato di questa opportunità per rimanere in servizio fino a 70 anni, pur sapendo che la proroga non determinava alcuna vantaggio pensionistico.
La norma non era piaciuta ai sindacati perché per ogni proroga concessa veniva a mancare un posto, in quanto dalle disponibilità complessive veniva tolto il numero dei prorogati.
La liberalizzazione viene ora cancellata e non sarà più consentito ai dipendenti pubblici chiedere la proroga alla permanenza in servizio fino al settantesimo anno di età. Lo dispone l’art. 33 del decreto legge 223, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 4 luglio scorso, che ha effetto immediato senza retroattività.
Si salvano solamente coloro che negli anni scorsi hanno chiesto e ottenuto la proroga con formale decreto di accoglimento da parte dell’amministrazione.
La Flc-Cgil, che già al momento dell’approvazione della legge aveva espresso un giudizio fortemente critico, esprime consenso alla sua abrogazione: “consideriamo l’abrogazione di questa norma un atto politico importante che apprezziamo senza riserve“.
Il Ministero dell’Istruzione, in applicazione del Decreto, con la nota prot. n. 64 del 6 luglio 2006 sollecita gli Uffici periferici a predisporre i trattamenti pensionistici del personale che aveva presentato (a questo punto inutilmente) richiesta di proroga dal prossimo settembre.