La scuola non è tra le priorità dei primi 100 giorni, le prime reazioni

Sono quattro i punti dell’agenda di governo per i primi cento giorni. Lo ha spiegato il presidente del Consiglio Enrico Letta al termine del seminario che ha visto ieri e oggi il governo riunito a Spineto. I quattro punti sono “lavoro ai giovani, casa, agevolazioni per chi ha voglia di fare e riforme”.

L’assenza della scuola e dell’istruzione tra questi punti è oggetto di differenti dichiarazioni, tutte volte a dichiararne l’importanza e che riportiamo.

Il segretario generale Cisl Scuola, Francesco Scrima, commenta: “Istruzione e formazione grandi assenti nelle priorità indicate dal presidente del consiglio per i primi cento giorni del suo governo. Cento giorni, o poco più, sono anche quelli che ci separano dall’avvio di un nuovo anno scolastico, che vorremmo si aprisse in un clima finalmente nuovo e diverso. Non chiediamo soltanto un recupero di giusta considerazione per una categoria che ha visto negli ultimi tempi diminuire i riconoscimenti e aumentare enormemente i fattori di disagio; è il paese ad aver bisogno di una politica che consideri istruzione e formazione come leve strategiche per la ripresa della crescita”.

Avvertono queste assenze anche due autorevoli esponenti della compagine di cui il premier è espressione. In particolare, l’ex ministro dell’Istruzione e parlamentare del Pd, Beppe Fioroni, reputa “aggiungere nelle priorità la scuola. Se si saltano, infatti, i prossimi cento giorni se ne dovrà riparlare direttamente nell’anno scolastico 2014-2015”.

“La scuola – continua Fioroni – ha bisogno di discontinuità e interventi: in queste ore si stanno concretizzando ulteriori tagli decisi ben prima del governo Letta, tagli che rischiano di mettere in discussione persino il diritto alla scuola materna. Il governo potrà trovare indicazioni e proposte su ciò che serve anche nell’aggiornamento del Quaderno Bianco. Abbiamo bisogno di una rotta chiara per non illudere studenti, docenti, famiglie e precari”.

Entra più nel dettaglio delle questioni urgenti la senatrice del Pd Francesca Puglisi, capogruppo in Commissione Istruzione a Palazzo Madama, che scrive: “Un governo di servizio deve intervenire anche sulle emergenze che sta vivendo la scuola dopo 5 anni di tagli dissennati”

Prima di tutto – afferma la parlamentare democratica – chiediamo di varare un piano per mettere in sicurezza gli edifici scolastici. Le risorse giacciono nelle casse degli Enti locali e vanno rese disponibili allentando i vincoli del patto di stabilità interno“.

Occorre rendere effettivo – aggiunge Puglisi – il passaggio all’organico funzionale, stabilizzando coloro che lavorano su posti vacanti e quegli insegnanti, soprattutto di sostegno, che lavorano con contratti annuali. Ormai stabilmente l’organico di fatto conta 74000 docenti. Sono stipendi che lo Stato già paga, non si capisce perché debbano continuare a lavorare in condizione di precarietà. I prossimi anni sono previsti 10.000 pensionamenti all’anno. Quei posti possono servire regolarmente per l’assunzione di giovani“.

La terza emergenza – continua Puglisi – si chiama lotta alla dispersione scolastica che va affrontata rafforzando la scuola dell’infanzia (150.000 bambini non trovano posto a scuola), tempo pieno nella scuola primaria e tempo scuola nella secondaria di primo e secondo grado per accompagnare tutti, non uno di meno al proprio successo formativo e scolastico“.