La scuola non cresce né con i cani poliziotto né con il ricorso ai carabinieri

Ancora reazioni alle proposte Turco in tema di prevenzione alla diffusione delle droghe nelle scuole. Roberto Pellegatta, presidente Disal, sostiene infatti in un documento: “I drammi dell’emergenza educativa non si affrontano con i cani dei carabinieri. Prendere atto seriamente tutti che la droga fa male e uccide è indispensabile, ma non può diventare l’utilizzo indiscriminato in tutte le scuole italiane di interventi di squadre di cani e carabinieri. Non solo perché le scuole non sono tutte eguali, ma soprattutto perché in questo modo si rafforza la tendenza in atto in molti mass media e opinione pubblica a criminalizzare ulteriormente la scuola, quasi a voler introdurre una condizione di tutela esterna, separando la condizione dei giovani a scuola da tutto il contesto di responsabilità personali e sociali.

Da parte loro i presidi, di fronte a precisi sospetti su situazioni di spaccio all’interno della scuola, hanno già tutti gli strumenti per chiedere l’intervento delle forze dell’ordine. E spesso l’hanno fatto, anche con risultati positivi. Ma si tratta sempre di interventi traumatici che vanno valutati con attenzione e responsabilità, innanzitutto sul piano educativo prima ancora che su quello della tutela della salute pubblica“.