La scuola nella Obanomics/2. Quattro obiettivi prioritari

Per capire meglio la portata dell’operazione occorre tuttavia considerare le caratteristiche del sistema educativo americano, che è in gran parte amministrato e finanziato a livello locale (di Stato e/o di distretti, attualmente circa 14.000) e riserva alle autorità federali solo funzioni di coordinamento generale, ricerca e sviluppo e intervento indiretto, attraverso l’assegnazione di fondi finalizzati e incentivi ai singoli Stati dell’Unione.

Per ricevere i fondi stanziati da Obama (che si aggiungono a quelli ordinari), i 50 Stati che compongono gli USA dovranno mettere al centro delle loro politiche quattro obiettivi prioritari:

– miglioramento della qualità e dell’efficacia dell’insegnamento, con particolare riferimento all’inserimento di buoni insegnanti nelle scuole situate nei quartieri più poveri e con più alta presenza di minoranze;

– realizzazione di sistemi di valutazione che rilevino anno per anno i livelli di apprendimento raggiunti dagli studenti nelle materie chiave (longitudinal data systems);

– miglioramento degli standard e dei test;

– sostegno alle scuole in difficoltà.

Va detto peraltro che una buona parte dei fondi federali – 40 miliardi di dollari nel biennio – è destinata a rimettere in equilibrio i bilanci scolastici degli Stati, appesantiti dalla crisi economica mondiale che ha investito anche gli USA (si tratta degli “State stabilization funds“), mentre altri fondi per decine di miliardi sono finalizzati a specifici impieghi, dalle borse di studio all’edilizia scolastica al rafforzamento della scuola dell’infanzia, ma 5 miliardi saranno assegnati soltanto agli Stati che avranno conseguito buoni risultati nelle quattro aree sopra indicate, a scapito di quelli che non li avranno conseguiti. Determinanti saranno non i risultati dichiarati dagli Stati ma l’esito di prove standardizzate sui livelli di apprendimento raggiunti dagli studenti come quelle previste dal NAEP (National Assessment of Educational Progress).