
La scuola nella coalizione sociale di Landini
Erano non pochi gli esponenti politici e sindacali presenti alla conferenza stampa, svoltasi alla Camera lo scorso 11 marzo, con la quale l’Uds (Unione degli studenti) ha presentato la sua piattaforma rivendicativa e il programma di iniziative (a partire dalla manifestazione del 12 marzo) contro la ‘Buona Scuola’ del governo Renzi.
Accanto ai politici, tra i quali Nichi Vendola (Sel) e Silvia Chimenti (M5S), sono intervenuti e hanno preso la parola alcuni sindacalisti, da quelli più vicini ai movimenti di base come Stefano D’Errico (segretario Unicobas) al segretario della Flc Cgil Mimmo Pantaleo, che ha invitato a “riaprire la discussione” che il Governo vorrebbe “chiudere all’ambito parlamentare”.
Ma il protagonista principale della iniziativa, il più atteso, è stato il segretario della Fiom Maurizio Landini, visto da molti come il possibile aggregatore potitico-sociale del dissenso (il “saldatore”, come lo ha chiamato il quotidiano Manifesto alludendo al mestiere fatto dal leader della Fiom da giovane). Il giudizio del sindacalista sulla ‘Buona Scuola’ è netto e tagliente: “Così come sul Jobs Act il Governo ha preso, copiando a mani piene, dalla proposta di Confindustria, allo stesso modo anche sull’idea di istruzione e di riforma della scuola stanno passando le idee di Confindustria”, cioè “un’idea di riorganizzazione della società totalmente sbagliata”.
Landini non è entrato nel merito, ma la sua presenza alla conferenza stampa dell’Uds lascia pensare che anche la politica scolastica, insieme al Jobs Act, sarà al centro delle iniziative di mobilitazione e lotta della ‘coalizione sociale’ da lui proposta. Coalizione che non è, per ora, un soggetto politico, ma che certamente già da ora ‘fa’ politica.
Per quanto riguarda la scuola il programma della coalizione potrebbe recepire le proposte illustrate da Daniele Lampis, coordinatore nazionale dell’Uds, in conferenza stampa: borse di studio agli studenti con una soglia Isee inferiore ai 25 mila euro annui e l’esenzione delle tasse per chi è a rischio dispersione. Abolire la bocciatura “in quanto errore pedagogico”, introdurre l’autovalutazione di studenti e docenti, sostituire la valutazione numerica con quella narrativa. E poi garantire più fondi all’alternanza scuola-lavoro e ai laboratori, e all’edilizia scolastica; favorire l’apertura pomeridiana delle scuole a tutta la cittadinanza “per un’altra idea di rapporto tra scuola e territorio”. E ancora, eliminare la divisione tra scuola primaria e media, trasformandola in un ciclo unico 3+4, e innalzare l’obbligo scolastico a 18 anni, con un biennio unitario e un triennio specializzante.
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