La scuola estone all’avanguardia. Con quali ingredienti? E perché ci riguardano da vicino

Un breve ma efficace video, visibile cliccando sul link di Facebook qui di seguito riportato: https://www.facebook.com/share/v/18qjAmY9Rb/?mibextid=wwXIfr, consente di comprendere le ragioni per le quali la scuola estone venga considerata nei confronti internazionali come un modello di successo.

Certo, occorre tenere presenti le ridotte dimensioni dell’Estonia, che ha gli abitanti di Milano (1,3 milioni), ed è più facilmente governabile, ma è egualmente interessante individuare quali siano gli ingredienti, cioè le ragioni culturali, storiche e politiche alla base di tale successo. Alcuni di tali fattori sono chiaramente peculiari, e appaiono difficilmente trasferibili in altri contesti, ma devono essere considerati per la loro importanza.

È il caso, in primo luogo, dello storico rispetto che l’Estonia come Paese, a partire dai genitori, ha sempre riservato alla scuola e ai suoi insegnanti: ciò ha reso più agevole il lavoro degli insegnanti e più efficaci le politiche dei governanti.

Ciò premesso, è comunque importante individuare ed esaminare più da vicino le caratteristiche del modello educativo estone per quanto riguarda la condizione degli insegnanti dal punto di vista sia sociale che professionale. Dal punto di vista sociale, come già accennato, la figura del docente è molto rispettata, e il suo lavoro è considerato meritevole di una retribuzione competitiva con quella di altri professionisti qualificati. Ciò attrae verso l’insegnamento anche molti tra gli studenti universitari più dotati.

La formazione iniziale dei docenti è approfondita, e alla laurea viene spesso affiancato un master. La formazione continua è sostenuta e incentivata. Gli insegnanti hanno una ampia autonomia nel loro lavoro, dalla scelta dei metodi didattici alla valutazione degli studenti. La didattica è in genere orientata allo sviluppo di competenze chiave come il pensiero critico, la risoluzione dei problemi, la creatività e la collaborazione. L’educazione tecnologica inizia fin dai primi anni di scuola e può avvalersi di infrastrutture digitali avanzate. Nei giorni scorsi si è appreso che col 2025-2026 l’impiego dell’IA coinvolgerà 20.000 studenti e 3.000 insegnanti, che dal 2026-27 diventeranno rispettivamente 60.000 e 5.000.

I curricula sono nazionali ma possono essere adattati alle esigenze specifiche degli studenti, anche con ulteriori interventi individualizzati per quelli che presentano bisogni educativi speciali. La scuola di base dura 9 anni, gli indirizzi di secondaria superiore 3.

Il sistema scolastico è costantemente valutato al fine di identificare aree di miglioramento o di difficoltà ma la responsabilità delle eventuali azioni da intraprendere è sempre affidata a decisioni prese a livello locale, di Comune e di singola scuola. Un altro mondo, diciamolo. Che in Italia non si vuole neanche considerare, non c’è la voglia di farlo, o addirittura c’è una resistenza conservatrice da parte di chi sta bene così, tenendo basso il livello di qualità e lo sforzo medio da parte degli operatori (ricordiamolo sempre: la beffa è che ci sono tanti preparati e che si impegnano al massimo, e tanti altri inadeguati e che fanno poco: tutti ovviamente considerati e retribuiti nella stessa maniera). In fondo si preferisce il patto “ti pago poco, ma ti chiedo poco”. Del resto siamo il paese dei certificati-fici grazie ai quali si scalano le graduatorie per insegnare, e dei diplomifici. In questo contesto si può ambire alla qualità del servizio?

Tornando alla bella realtà delle scuole estoni, sono quasi tutte municipali, salvo poche secondarie superiori create dallo Stato in aree che ne erano prive, e alcune private di tipo linguistico o che offrono il baccalaureato internazionale. L’istruzione professionale (vocational) è invece tutta statale.

Tutto ciò spiega alcuni indicatori: il 91% degli adulti estoni di età compresa tra i 25 e i 64 anni ha completato il ciclo di istruzione secondaria superiore, una percentuale superiore rispetto alla media OCSE pari al 79% (in Italia siamo al 63%). L’Estonia nell’indagine Ocse-Pisa sui livelli di competenza in matematica, lettura e scienze si conferma il miglior paese dell’Unione europea, posizionandosi subito dopo i paesi dell’est asiatico. L’Italia è nelle parti basse delle graduatorie (sempre in media, perché ci sono anche aree di eccellenza, accanto ad altre in cui i livelli di apprendimento sono disastrosi, ma non si interviene realmente).  

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