Tuttoscuola: Non solo statale

"La scuola di Stato è superata"/1. Parola di cardinale

In un’ampia intervista, quasi un’intera pagina del “Corriere della Sera” di domenica 16 luglio, che non mancherà di aprire un vivace dibattito, il patriarca di Venezia, cardinale Angelo Scola, ha proposto di affidare la gestione delle scuole “all’intera società civile“. “Lo Stato smetta di ‘gestire la scuola’ e si limiti ‘a governarla’“. In pratica il porporato propone di “de-istituzionalizzare” il sistema scolastico italiano.
In questo modo, a suo avviso, si supererebbe il “mito della scuola unica“, che è alla base del “blocco del nostro sistema scolastico e universitario“. In pratica si dovrebbe andare oltre la legislazione sulla “parità” (le scuole paritarie possono solo essere “una bella o una brutta copia” della scuola unica, quella di Stato), sostituendola con un serio sistema pubblico di accreditamento delle singole scuole, qualunque sia il soggetto che le gestisce: lo Stato, gli Enti locali o i privati. La strada è quella dell’autonomia e del decentramento, “solo che in Italia autonomia e decentramento sono per ora timidi vagiti“.
Il cardinale, uno dei collaboratori più stretti sia di Wojtyla che di Ratzinger, riconosce che “il mito della scuola unica è nato con l’unità d’Italia e con un’istanza giusta (…), di trovare un patrimonio comune che configurasse il cittadino“. Istanza “fondamentalmente codificata” dalla riforma Gentile e recepita dalla stessa Costituzione italiana, ma non più attuale, in tempi di multiculturalismo, multimedialità, “meticciato di civiltà“.

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