La scomparsa del maestro di ‘Io speriamo che me la cavo’

La notizia della scomparsa di Marcello D’Orta, malato di tumore dal 2010,  avvenuta questa mattina alle 5.40 nella sua abitazione nella zona dell’Arenella, è stata data dal figlio, padre Giacomo, sacerdote della congregazione religiosa dei Minimi di San Francesco di Paola. I funerali saranno celebrati domani alle ore 12 nella Basilica di San Francesco di Paola, in piazza Plebiscito a Napoli, dove l’omelia sarà tenuta dal figlio.

Nonostante la malattia, D’Orta ha scritto fino a poche settimane fa ed era impegnato nella stesura di un libro su Gesù, che ancora non aveva un titolo preciso. ”Mio padre è stato un credente che ha sempre approfondito la sua fede in un modo meraviglioso”, ha detto il figlio Giacomo all’Adnkronos.

Maestro elementare per una dozzina di anni, fino al 1990, Marcello D’Orta divenne famoso in quello stesso anno pubblicando da Mondadori un libro divenuto un bestseller, ”Io speriamo che me la cavo”, che ha venduto più di un milione di copie: raccoglie sessanta temi scritti da ragazzi di una scuola elementare della città di Arzano, in provincia di Napoli.

Marcello D’Orta aveva smesso di fare il maestro ormai da 23 anni ”grazie” o ”per colpa” del successo conosciuto da ”Io speriamo che me la cavo” (1990), costruito con le ‘parole famose’ dei suoi simpatici scolari napoletani. Ma lo scrittore ha sempre detto di sentirsi un maestro a tutto tondo, perchè ha continuato a frequentare insegnanti, a occuparsi di scuola e soprattutto perchè, amava ripetere, ”se lo si è fatto con passione, maestro si rimane per tutta la vita”.

In un’intervista del 2000 disse di aver scelto di voler fare da grande il maestro perchè da bambino aveva conosciuto a Bologna Alberto Manzi, il popolare insegnante elementare che nella tv degli anni sessanta conduceva il programma ”Non è mai troppo tardi”.