La riforma degli organi collegiali della scuola riprende a camminare

Gli organi di governo della scuola, come vengono chiamati ora nell’ultima stesura del testo di proposta di riforma, avrebbero dovuto essere riformati in vista del varo dell’autonomia scolastica (1° settembre 2000), ma a quella data erano stati presentati in Parlamento due proposte di riforma tra loro nettamente contrapposte dell’allora maggioranza ulivista e della (allora) opposizione polista. L’inconciliabilità delle posizioni aveva compromesso la possibilità di portare a termine la riforma degli organi collegiali della scuola, dopo 25 anni dalla loro costituzione.
All’inizio della nuova legislatura, a parti invertite, sono stati ripresentati progetti di riforma, ma quasi due anni fa il tentativo di procedere su un testo unificato era fallito. Ora però finalmente il dibattito è ripreso e potrebbe, forse, trovare, elementi di intesa tra le parti.
Nella nuova proposta presentata dal relatore di maggioranza viene previsto che la presidenza del consiglio della scuola sia affidato ad un genitore. Era questo uno dei nodi su cui si registrava un forte divergenza. La rinuncia della maggioranza di affidare la presidenza al dirigente scolastico (tesi cara anche all’Associazione presidi), per rimetterla ad un genitore potrebbe favorire un’intesa anche su altri aspetti della riforma.
Il nuovo testo di proposta riconferma il comitato di valutazione degli insegnanti, vanificando, indirettamente, su questo aspetto, la proposta contenuta nel disegno di legge sullo stato giuridico degli insegnanti e presentata dalla stessa maggioranza che prevede in merito un organismo di valutazione misto con presenza di rappresentanze dei genitori e degli studenti. C’è stato un ripensamento?
I nuovi organi di governo risultano snelliti di numero e di dimensione. Dopo quasi cinque anni passati inutilmente per vararne la riforma, sarà possibile prevedere la costituzione dei nuovi organi di governo della scuola per il prossimo anno scolastico?