La partita della valutazione/2. Il problema è la qualità dei test

I sospetti (preventivi, va detto) formulati da Andrea Ichino, e condivisi dai sottoscrittori di un apposito appello online promosso dall’associazione ADi, vengono respinti da uno dei membri della commissione De Mauro, la professoressa Renata Maria Viganò, ordinaria di pedagogia sperimentale all’Università Cattolica di Milano, che in una lettera a Tuttoscuola.com (pubblicata nella rubrica ‘Botta e Risposta’) nega l’esistenza di un orientamento contrario ai test standardizzati, e tantomeno di una  manovra politico-accademica avversa agli economisti dell’istruzione, ma insiste anche sul “riscontro oggettivo di criticità nei processi valutativi posti in atto”, criticità dovute a suo avviso al mancato coinvolgimento di esperti forniti di adeguate competenze disciplinari di tipo pedagogico e psicologico.

Ora, a partire dal 7 gennaio, la commissione De Mauro esaminerà le candidature e le sottoporrà al ministro: circolano vari nomi, tra i quali prevalgono in effetti quelli di pedagogisti (come lo furono, d’altra parte, i primi tre presidenti del Cede, progenitore dell’Invalsi: Visalberghi, Margiotta e Vertecchi, che fa parte della commissione De Mauro).

La decisione finale spetterà però al ministro, che in un tweet postato all’inizio del nuovo anno ha fatto sapere di non avere pre-giudizi in materia: “Deciderò senza subire pressioni nell’esclusivo interesse della scuola italiana, niente nomi please, è presto!”.

Sarebbe però interessante e innovativo che i nomi dei candidati proposti dalla commissione De Mauro al ministro venissero resi noti, magari insieme alle rispettive dichiarazioni di intenti, prima della decisione su chi tra essi sarà chiamato alla presidenza dell’Invalsi. Non si chiede di sperimentare improprie forme di ‘democrazia deliberativa’ via web: la responsabilità della scelta non può che ricadere sul ministro. Ma la trasparenza delle procedure (e delle intenzioni) in una partita così importante come quella della valutazione di sistema farebbe fare un grande passo avanti alla scuola italiana, assumendo il significato di un importante esperimento di rendicontazione sociale.