La nuova scuola primaria in cerca d’approdo

La circolare sull’organico di fatto per il 2013-14 ha continuato a macinare gli effetti sull’organico del personale indotti dalle norme di razionalizzazione e di riforma del sistema di istruzione varate dall’ex ministro Gelmini.

Sono stati due i settori interessati sostanzialmente a quelle modifiche: la scuola primaria e la scuola secondaria di II grado che, più di altri settori, hanno continuato a registrare flessione di posti.

Nella scuola primaria, oltre alla riduzione di posti, determinata dalla generalizzazione delle 27 ore di insegnamento nelle classi a orario normale, si è andata gradualmente attuando una riconfigurazione dell’offerta formativa in termini alternativi alla tradizionale struttura del settore.

Fino agli anni ’90 la scuola elementare si basava sul maestro unico che assicurava in qualche modo l’unitarietà dell’insegnamento.

Poi, con un salto di qualità di ordinamento, è arrivato il modulo di tre docenti su due classi che, oltre ad offrire un più adeguato livello professionale della prestazione, cercava di assicurare l’unitarietà dell’insegnamento attraverso una parità di offerta disciplinare e una collegialità settimanale di programmazione.

Ora la generalizzazione delle 27 ore di funzionamento settimanale delle classi ha determinato – salvo positive e minoritarie esperienze positive – la quasi totale scomparsa del modulo, la nascita casuale e non molto diffusa del docente prevalente, il proliferare del numero di docenti per classe, la frantumazione degli insegnamenti e l’impossibilità di svolgimento delle ore settimanali di programmazione.

Ne sta uscendo una scuola primaria nuova e diversa dalla precedente che si sta strutturando autarchicamente senza riferimento ad un modello predefinito, navigando un po’ a vista. Forse sarebbe opportuno offrirle una bussola per navigare con sicurezza nel mare delle nuove Indicazioni nazionali verso un approdo certo di una buona qualità dell’offerta formativa.