La mappa della precarietà. La maglia nera a Reggio Calabria

Il Ministero dell’Istruzione ha rilevato tre anni fa lo stato di impianti e servizi dei 41.727 edifici che ospitano scuole statali e ne ha ricavato una mappa per niente rassicurante, che evidenziava (allora) soprattutto nelle aree meridionali le situazioni di maggior precarietà degli edifici.
Le situazioni sono state valutate a mezzo di indicatori semplici (certificazione di agibilità, abbattimento di barriere architettoniche, copertura, impianti, ecc.) che hanno consentito di graduare le province secondo la maggiore precarietà dei servizi e degli impianti nei singoli settori scolastici. Ne è uscita una graduatoria della precarietà che ha visto ai primi posti soprattutto gli edifici delle scuole del Sud e delle Isole.
L’indice medio di precarietà a livello nazionale (100 = massima precarietà; 0 = assenza di precarietà rispetto alle altre province) si colloca intorno a 40. La provincia di Campobasso, così duramente colpita dal sisma, nelle singole graduatorie della precarietà si trova sempre sotto la media (cioè nella fascia della minor precarietà) per quanto riguarda gli edifici che ospitano scuole materne, elementari e medie.
La provincia con il maggior numero di scuole in situazione precaria rispetto al totale è quella di Reggio Calabria. Non molto meglio stanno altre due province calabresi, Crotone e Vibo Valentia. Tra le grandi città, è Napoli a mostrare il quadro più preoccupante. Il più basso indice di precarietà – e quindi la situazione più sotto controllo – si riscontra a Sondrio e a Reggio Emilia. Ecco la tabella completa.