La lettera degli incaricati: ‘Gravi illegittimità per noi’

Il giorno 1° settembre 2007 nella scuola italiana si materializzerà la più grave ingiustizia che la storia ricordi – sostengono i presidi incaricati.

Sui tavoli della Presidenza siederanno migliaia di nuovi Dirigenti Scolastici nominati in seguito al Concorso Ordinario indetto con D.D.G. del 22 novembre 2004 mentre altrettanti Dirigenti Scolastici Incaricati o Presidi che dir si voglia saranno licenziati e ritorneranno all’insegnamento dopo aver svolto le funzioni dirigenziali per diversi anni con competenza e professionalità.

Tutto ciò è la conseguenza del comma 619 della Legge Finanziaria 2007 che ha posto le basi per l’eliminazione legalizzata (voluta e consapevole ?) della categoria dei Presidi Incaricati che per diversi anni ha retto le sorti di un terzo delle Scuole Italiane che, in moltissimi casi, si sono segnalate come scuole di eccellenza per le attività svolte ed il successo formativo ottenuto. Dopo essere stati “usati” e “sfruttati”, ora sono umiliati, penalizzati, vilipesi, “usurpati” e “scippati” dei loro posti e definitivamente “scaricati”.

La Finanziaria prevede che l’immissione in ruolo dei Presidi Incaricati, partecipanti al concorso riservato indetto con Decreto del 3.10.2006, avvenga dopo le nomine dei vincitori pleno jure (1500+10%) del concorso ordinario indetto con decreto direttoriale del Ministero dell’Istruzione n. 94 del 22 novembre 2004, dopo i candidati ammessi con riserva a seguito di provvedimento cautelare in sede giurisdizionale o amministrativa che non avevano titolo nemmeno a partecipare al Concorso, perché non avevano superato la selezione iniziale. La procedura concorsuale prevista dall’art. 29 del D.lgs 165/01 e quindi dal bando del Concorso Ordinario indetto con D.D. 22 novembre 2004 prevedeva una selezione per titoli (quelli di cui alla tabella di valutazione allegata al decreto) e l’ ammissione al concorso di un numero di candidati pari a sette volte i posti messi a concorso per ciascun settore formativo (art. 10 comma 3 del bando). Da notare che tra questi candidati ammessi con riserva ci sono anche quelli che non avevano superato la prova scritta oppure orale. dopo i candidati cosiddetti “idonei” del Concorso Ordinario, per i quali è stata addirittura stravolta in itinere, insieme ai vincitori pleno jure, la procedura prevista dal bando con l’eliminazione dell’esame finale che prevedeva una prova scritta ed orale e l’accertamento delle conoscenze informatiche e linguistiche previsto anche dall’art. 37 del d.lgs 165/2001.

Un colpo di mano (vedi comma 619) dei politici del centro-sinistra avallato dai sindacati confederali e dallo SNALS e ANP, che hanno ottenuto, tramite la deroga al 10%, l’intera disponibilità dei posti sottraendoli naturalmente ai Presidi Incaricati, perfino (colmo dei colmi) dopo i candidati del concorso riservato bandito con decreto dirigenziale 17 dicembre 2002 che risultano privi del requisito di almeno un anno di incarico di Presidenza.