
La guerra del mercoledì in Francia
Quel che sta succedendo nelle scuole primarie francesi è probabilmente incomprensibile da noi.
Il ministro dell’istruzione francese, Vincent Peillon, ha progettato una riforma dell’orario della scuola primaria che prevede lezioni anche il mercoledì, da sempre giorno di vacanza per gli scolari d’oltralpe.
Tenendo conto del parere di molti esperti che ritengono dannoso per l’apprendimento un ritmo di lavoro didattico continuamente spezzato, il ministro Peillon ha deciso di introdurre una settimana scolastica di cinque giorni, mercoledì compreso (solo mattino).
In questo modo si eviterebbe alla Francia il primato negativo di soli 144 giorni di scuola all’anno contro la media europea di 187.
È dal 1882 che in Francia la settimana ultracorta prevede vacanza il mercoledì (fino al 1972 era vacanza il giovedì) per consentire alle famiglie di provvedere eventualmente all’istruzione religiosa dei figli, evitando in tal modo che la scuola laica debba provvedere a questa incombenza.
Contro questa riforma sono scesi in piazza migliaia di maestri (ha scioperato un insegnante su due) e con loro moltissimi genitori.
I docenti non vogliono perdere questo diritto alla settimana corta o cortissima (il sabato le scuole sono spesso chiuse) e, quel che più stupisce, moltissimi genitori solidarizzano e parlano di bambini stanchi e stressati. Se l’opposizione degli insegnanti francesi è, per certi aspetti, comprensibile, quella dei genitori molto meno.
Da noi il tempo scuola nella primaria vede molte famiglie richiedere il tempo pieno. In Italia quasi un terzo degli alunni di scuola primaria frequenta per 40 ore settimanali il tempo pieno, ma sono molte le domande non accolte. I due terzi rimanenti frequentano per cinque o sei giorni alla settimana.
Impensabile per la Francia.
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