
La Gelmini: parliamo di qualità, e non di quantità, per la scuola
“Il tema della scuola non si può ridurre solo a una questione quantitativa, di risorse. Perderemmo l’opportunità di rispondere alla crisi in maniera coraggiosa, se ci limitassimo a richiedere più riorse e pensassimo che basta investire nuove risorse per risolvere i problemi“.
Lo ha dichiarato il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, intervenendo al dibattito di presentazione del libro “Regole”, di Roger Abravanel e Luca D’Agnese. “Anche nella scuola – ha proseguito – il problema è quello delle regole. Noi non possiamo non domandarci come dovrebbe cambiare la scuola per creare e garantire ai ragazzi le competenze della vita e chiederci cosa non ha funzionato in questi decenni. C’è bisogno di rivedere le regole e farlo non in un clima di contrapposizione. Voglio pensare che si possa tenere la scuola e l’università fuori dallo scontro politico. Riforme che durano una legislatura – ha osservato il ministro – non servono. Abbiamo bisogno di legiferare a medio termine, e per questo occorre una maggioranza ben più ampia di quella parlamentare“.
Entrando nel merito delle cose da fare, il ministro è partito dalla necessità di “ripensare i luoghi dell’apprendimento. Senza una cultura della valutazione – ha detto – e, al tempo stesso, una maggiore qualità dell’insegnamento, è difficile risalire la classifica internazionale, per quanto riguarda la qualità delle nostre scuole. Non possiamo limitarci a chiedere nuove risorse, ma dobbiamo chiederci perché, nonostante le risorse siano uguali a quelle di altri paesi, la resa sia inferiore. Dobbiamo pensare anche – ha aggiunto – alla formazione e alla valorizzazione degli insegnanti. L’insegnamento è una missione, un ruolo fondamentale nella vita del paese. C’è da superare un sistema falsamente egualitario che ha appiattito l’insegnamento, spento l’inziativa personale: il sistema degli scatti di anzianità. Dare valore al merito, al contributo di ciascuno e distinguere il trattamento dei cattivi insegnanti da quello dei buoni insegnanti. La disponibilità che colgo nel sindacato moderato è un fatto positivo. Ci dobbiamo arrivare in tempi brevi. Spero possa aprirsi – ha concluso Gelmini – una stagione nuova di confronto su queste materie. Le riforme sono urgenti e necessitano un’ampia discussione“.
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